“Senza musica la vita sarebbe un errore” diceva il filosofo tedesco Nietzsche, musicista lui stesso, profondo ammiratore di Wagner. Che la musica sia un bene per l’essere umano è noto da tempo, tanto che oggigiorno si pensa faccia bene anche agli animali. Ci sono allevamenti di mucche alle quali viene fatta ascoltare musica classica nelle stalle perché in questo modo, si dice, producono latte migliore. E’ uscito adesso un libro, “Neuroscienze cognitive della musica. Il cervello musicale tra arte e scienza” (editore Zanichelli) della professoressa Alice Mado Proverbio, docente all’università Bocconi di Milano che conferma quanto la musica abbia potere terapeutico: contro i disturbi dell’umore, il disagio psichico, la depressione e sindromi vari come l’autismo, la demenza, le malattie neurodegenerative. All’Ansa, l’autrice del libro ha dichiarato che “La musica conforta il paziente, ne migliora l’umore e stimola la memoria autobiografica, facendo riaffiorare ricordi personali e rafforzandone l’identità”. Esistono oggi infatti pratiche di musicoterapia medicinale.
LA MUSICA DELLE SFERE E LA CURA ALLA DEMENZA
Uno studio condotto su 435 coppie di gemelli ha dimostrato che suonare uno strumento musicale difende dalla demenza: “I risultati dell’indagine hanno dimostrato che, a prescindere dal sesso, dalla salute o dalla forma fisica degli individui, il fatto di suonare uno strumento musicale comporta una riduzione della probabilità di sviluppare una demenza senile”, spiega la professoressa. L’efficacia riabilitativa della musica è dovuta a meccanismi cerebrali compensatori messi in atto dalle note, spiega. Inoltre, l’esercizio muscolare legato all’uso di uno strumento costituisce un’ottima e al tempo stesso piacevole terapia riabilitativa anche in pazienti che hanno subito lesioni motorie. Gli esempi sono molti, ma il semplice ascolto della musica è una pratica che permette all’uomo di liberarsi da stress, paure, e ansie. D’altro canto sin dai tempi delle antichità, si ricordino gli studi di Pitagora sulla musica delle sfere, si sostiene che i corpi celesti in movimento riproducono un suono non avvertibile in modo conscio, ma sempre presente, che collega direttamente lo spirito umano con il grande mistero del cosmo, musica che sarebbe nata contemporaneamente alla nascita dell’universo. L’ascolto della musica è quindi una sorta di memoria cosmica che l’uomo porta dentro di sé senza spesso rendersene conto, ma che scandisce le nostre esistenza,