Dopo essere stato sostenitore di Trump, Elon Musk fonda l’America Party. Il presidente USA ha tagliato i fondi green al patron di Tesla
I soldi, una base giovane frequentatrice dei social e forse anche qualcuno nel mondo economico e finanziario che vuole sfruttare la faida tra i vecchi alleati. Potrebbero essere questi i punti di forza di America Party, il nuovo partito di cui Elon Musk ha annunciato la nascita.
Un nuovo gruppo politico che accusa Trump, fino a pochi mesi fa apparentemente alleato di ferro del patron di Tesla, di voler aumentare eccessivamente il debito pubblico, ma che in realtà sorge in seguito alla constatazione che le politiche del presidente, soprattutto là dove tagliano i contributi al green e alle auto elettriche, non favoriscono certo gli affari di Musk.
Il pericolo ora per i repubblicani, osserva Rita Lofano, direttrice responsabile dell’AGI, è che il nuovo partito alle elezioni di midterm del 2026 si accaparri anche pochi seggi, ma sufficienti per diventare l’ago della bilancia in Parlamento, mettendo in difficoltà Trump.
Musk ha annunciato la nascita di America Party: riuscirà a scardinare il duopolio di repubblicani e democratici? I soldi non gli mancano, lo spazio politico c’è?
Scardinare il duopolio è complicato anche per motivi di legge: durante le ultime elezioni pure Robert Kennedy aveva avuto problemi a ottenere i requisiti per presentarsi. Certo, considerando la montagna di soldi a sua disposizione, Musk, che ha speso 250 milioni per la campagna del 2024, può fare molti danni ai repubblicani. Il suo è un partito di centrodestra che punta a raccogliere quei 2-3 seggi al Senato che gli consentirebbero di fatto di averne il controllo. Il Big Beautiful Bill è passato per il voto del vicepresidente J.D. Vance, vuol dire che anche con pochissimi parlamentari si può diventare l’ago della bilancia.
Ma si tratta di un partito che può durare nel tempo?
La durata di questo terzo partito è tutta da vedere. Qualcuno ha detto che il third party in America è un po’ come una vespa, punge ma muore subito dopo. Musk deve tenere conto, comunque, che molti dei suoi affari dipendono anche da contratti governativi. Su questo Trump lo ha già minacciato. Credo che dietro tutto ciò vi sia una faida molto personale, tra due egocentrici. Finora ha vinto Trump. Il Big Beautiful Bill voluto dal presidente e varato dal Congresso taglia le tasse, le assicurazioni sanitarie, ma anche le misure green che facevano comodo a Musk e alle sue auto elettriche.
Cosa rischiano i repubblicani?
Le elezioni di midterm del 2026 sono dietro l’angolo e il movimento MAGA rischia di perdere il controllo del Congresso. C’è però un altro tema da considerare: l’America è sempre più polarizzata e anche fra i democratici, come dimostrano le primarie per il sindaco di New York, c’è un’area liberal che ha sfondato. Così pure nel Partito repubblicano c’è una parte di moderati che vorrebbe riprendersi il Grand Old Party, anche se difficilmente si ricompatteranno intorno a Musk, che invece può fare affidamento sui suoi soldi e su una platea di giovani.
Il padrone di Tesla e SpaceX esprime una visione economica diversa rispetto a Trump, che punta a una riduzione del debito pubblico. Dietro a Musk c’è qualcun altro del mondo dell’imprenditoria e della finanza che la pensa come lui?
C’è qualcuno che intende cavalcare questa faida, si dice che ci sia un gruppo di personalità di spicco che sta lavorando a questo progetto. Però non credo che il problema di Musk sia la visione politica: lui stesso ha contribuito a scrivere il Big Beautiful Bill, che tuttavia comprende tutta una serie di questioni che pesano sui suoi affari personali. Alla fine non mi sembra che Musk ce l’abbia con Trump perché sfonda il tetto del debito in modo stratosferico.
Musk quindi si è mosso solo perché si è fatto i conti in tasca?
Secondo me trapela questo: vengono colpiti i suoi affari. Basta guardare i tweet, i botta e risposta tra i due: sono molto denigratori a livello personale. Si parla di Epstein, della volontà di Musk di mettere alla NASA un suo amico che opera nel business dell’aerospazio. Faccio fatica a credere che il problema di Musk sia l’austerity, credo invece che sia il taglio dei contributi per le produzioni green, compresi quelli per le auto elettriche.
L’azione combinata dell’America Party all’esterno e dei vecchi repubblicani all’interno potrebbe mettere in difficoltà Trump?
Trump controlla il partito. Sul Big Beautiful Bill ha avuto ragione lui, anche se sono previsti tagli che creano problemi ai repubblicani a livello di elettorato. Penso che Musk tenti di cavalcare il dissenso di quei repubblicani moderati attenti al bilancio, anche se la sua base vera dovrebbe essere un’altra. Io, comunque, non ho mai creduto al grande idillio fra Trump e Musk, era impossibile che due personalità di questo tipo potessero coesistere.
Al di là delle divisioni nel “centrodestra”, gli USA come Paese hanno qualcosa da temere dalla creazione di un potenziale terzo polo?
La democrazia USA in realtà è molto salda. Basta chiedere a qualunque americano: non c’è un rischio a livello democratico. Si diceva che l’oligarchia tech avrebbe governato il mondo e dopo sei mesi Musk è già stato messo da parte. È la politica che governa. Quella attuale può piacere o meno, ma sempre politica è. L’unico vero pericolo per i repubblicani è di non avere il controllo del Congresso. Barack Obama, d’altra parte, ha cominciato mentre i democratici erano in minoranza al Congresso.
Lo scontro Trump-Musk è ormai aperto o c’è la possibilità che si mettano d’accordo? In fondo sembra che l’America Party non sia stato ancora registrato.
Penso che Musk lancerà il terzo partito, che si vorrà togliere la soddisfazione di far eleggere qualcuno al Congresso alle elezioni di metà mandato. Non credo che il caso rientrerà, anche se tutti e due sono molto pratici. Per Musk potrebbe essere un test, per il quale non ha bisogno di sondaggi: ovviamente userà i social. Vuole vedere se riesce a raccogliere consensi sostenendo che Trump aumenterà in modo eccessivo il debito. Sulla popolarità di Musk, tuttavia, ho dei dubbi, se non nella fascia dei giovani, di chi è legato ai social e all’alta tecnologia. Per il resto l’unico rischio che vedo è che Trump nel 2026 non avrà più la maggioranza del Congresso. Dipenderà da quanto Musk spenderà. Follow the money.
(Paolo Rossetti)
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