Manovre in corso in Europa per scoprire le intenzioni di Donald Trump. I diplomatici europei stanno cercando di ottenere incontri con i fedelissimi del tycoon, perché le cancellerie vogliono sapere cosa bisogna aspettarsi in caso di vittoria alle elezioni presidenziali Usa che si terranno a novembre. Le diplomazie stanno lavorando sul campo per stilare report informati. A rivelare il retroscena è la Cnn, secondo cui da settimane si stanno susseguendo incontri in diverse zone, anche impensabili, di Washington. Ad esempio, la Gran Bretagna ha mandato il ministro degli Esteri David Cameron all’incontro con il candidato repubblicano prima del meeting col segretario di Stato Antony Blinken.
Un portavoce di Londra la definisce una «pratica standard». Eppure, nel 2016 non ci furono queste manovre, forse perché c’era la certezze che alla Casa Bianca sarebbe arrivata Hillary Clinton. Il problema è che le informazioni raccolta finora non sarebbero proprio rassicuranti. Se da un lato è emerso che Trump avrebbe esagerato durante un comizio elettorale quando ha dichiarato che incoraggerà la Russia ad attaccare ogni Paese NATO che investe meno di quanto indicato nella difesa, d’altra parte starebbe davvero valutando l’idea di rendere l’Alleanza Atlantica “a due livelli”.
“NATO A DUE LIVELLI”: IL PIANO CHE PREOCCUPA L’UE
L’idea di Donald Trump è di spingere i Paesi che non versano il 2% del Pil come contributo alla Difesa passeranno nel «secondo livello di adesione». Però in questo caso non godrebbero più della protezione dall’articolo 5, che garantisce l’uso delle risorse della NATO a sostegno di qualsiasi Paese membro in caso di attacco. Finora quel tipo di spesa era solo una raccomandazione. Infatti, 20 dei 31 Paesi aderenti, Italia compresa, danno meno.
Versano la somma intera, oltre agli Stati Uniti, solo Grecia, Regno Unito, Polonia, Estonia, Finlandia, Romania, Ungheria, Lettonia, Lituania e Slovacchia. L’Italia è ferma all’1,46, meno anche di Germania (1,57) e Francia (1,9). I fedelissimi, identificati dalla Cnn come l’ex direttore dell’intelligence John Ratcliffe, l’ex segretario di Stato Mike Pompeo e gli ex consiglieri alla sicurezza Robert O’Brien e Keith Kellogg, assicurano che su questo Trump «è serio».
LA CORSA PER “BLINDARE” GLI AIUTI PER L’UCRAINA
Un altro tema su cui i diplomatici europei stanno raccogliendo informazioni è la posizione sull’Ucraina, visto che Trump avrebbe già segnalato di voler spingere Zelensky a un accordo con Putin. Anche per questo i funzionari di NATO e Ue starebbero spingendo per la creazione di un fondo da 100 miliardi di dollari per Kiev in 5 anni, rendendo così difficile che uno Stato membro possa tirarsi indietro. Inoltre, si sta cercando anche un modo per fornire all’Ucraina gli interessi sui 300 miliardi di dollari di asset della Banca centrale russa congelati in Occidente.
Il rischio è che se Trump vincesse prima che ciò venisse portato a termine, allora le cose andrebbero diversamente. Ad esempio, Trump potrebbe usare gli aiuti militari americani per l’Ucraina come leva per spingerla ai negoziati e farle cedere una parte di territorio in cambio della pace. Una fonte a tal proposito avrebbe riferito: «Se l’Ucraina vorrà continuare ad avere aiuti, deve negoziare. E se la Russia non vuole che gli siano dati in enorme quantità dovrà negoziare anche lei. Nessuno dei due otterrebbe tutto ciò che vuole».