Navi Ong di soccorso migranti in mare, la Consulta dà ragione a Piantedosi e dichiara legittimo il fermo amministrativo se non si collabora con le autorità
Navi Ong, mentre il Ministro Piantedosi viene bloccato prima di entrare in Libia insieme alla delegazione Ue senza poter portare a termine la missione sui migranti, arriva la notizia della decisione della Consulta in merito al decreto che prevede il fermo amministrativo delle imbarcazioni di soccorso in mare, quando manca il rispetto delle indicazioni delle autorità. Come stabilito dalla Corte Costituzionale, che ha respinto il ricorso presentato dalla Ocean Viking, reputando la questione già sollevata dal Tribunale ordinario di Brindisi come infondata, in quanto, in quanto la Ong aveva agito ignorando le indicazioni della Guardia Costiera libica e di quella italiana, continuando l’operazione vietata di salvataggio multiplo.
Ingiusta quindi la sospensione del fermo di 20 giorni, che era avvenuta su indicazione dello stesso Tribunale in quanto contrastante con l’attività della Polizia Costiera nell’ambito della sicurezza e di prevenzione dell’immigrazione clandestina. Questo principio, si può applicare quindi anche ai cosiddetti “taxi del mare“, che possono essere sottoposti a blocco qualora violino la legge di cooperazione.

Navi Ong, Consulta dichiara legittimo il decreto Piantedosi che prevede sanzioni a chi non collabora con le autorità
I giudici della Consulta della Corte Costituzionale hanno dato ragione al governo sul fermo amministrativo delle navi Ong predisposte alle operazioni di salvataggio migranti in mare come previsto dal decreto Piantedosi. Secondo quanto stabilito, respingendo il ricorso del Tribunale di Brindisi che aveva sospeso il provvedimento definendolo anticostituzionale, la sanzione è pienamente legittima in quanto coerente con la legislazione sia italiana che internazionale.
La norma infatti prevede che si possano applicare misure restrittive, qualora vengano violate le regola sulla cooperazione con le autorità. Nel caso della Ocean Viking, andava rispettato l’ordine sulle indicazioni di porto sicuro, quindi il comandante dell’imbarcazione si è sottratto agli ordini imposti, andando contro le leggi internazionali, a meno che questi non conducano a violare il principio prioritario della salvaguardia della vita.
