In un messaggio ufficiale Benyamin Netanyahu ha ringraziato Trump per il supporto fornito ad Israele esprimendo consenso per il piano sul futuro di Gaza

Mentre la situazione tra Hamas e Israele sembra procedere verso un positivo rinnovo della posizione negoziale in merito alla tregua, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione ufficiale nella quale ha parlato proprio degli accordi in corso e della recente scelta di interrompere i rifornimenti umanitari a Gaza, il tutto ringraziando il presidente statunitense Donald Trump per il suo supporto che ha resto possibile arrivare ad un vero e proprio tavolo negoziale: prima di arrivare alle dichiarazioni di Netanyahu è bene ricordare che recentemente si è concluso la prima fase della tregua tra i belligeranti che dovrebbe aprire – ferme restando delle garanzie solide sul futuro del conflitto – alla seconda fase; mentre Hamas sembra aver rigettato il piano mediato dagli USA.



Partendo proprio da qui, Netanyahu nella sua dichiarazione ha sottolineato di aver “accettato il piano dell’inviato del presidente Trump, Steve Witkoff, di estendere il cessate il fuoco temporaneo di 50 giorni” che dovrebbe aprire le porte a nuove discussioni “per un cessate il fuoco permanente” e per un futuro di pace a Gaza: nell’accordo proposto da Witkoff – spiega il premier – “metà degli ostaggi rilasciata subito“, con l’altra metà libera solamente al pieno raggiungimento della fine del conflitto; il tutto – naturalmente – accettato da Israele, ma “respinto da Hamas” che dal conto suo avrebbe “avanzato posizioni del tutto inaccettabili”.



Benyamin Netanyahu: “Se Hamas continua a trattenere gli ostaggi siamo pronti a fare altre mosse”

Proprio in tal senso, data la distanza negoziale con Hamas Netanyahu conferma di aver deciso di “non far entrare più beni e rifornimenti a Gaza” sottolineando che i terroristi palestinesi li starebbero bloccando per sfruttarli “per finanziare la [loro] macchina del terrore“: un aspetto che Tel Aviv ritiene “inaccettabile” dato che quella macchina del terrore viene “rivolta direttamente contro Israele e i nostri civili”, promettendo che “faremo ulteriori passi” nel caso in cui perdurerà il trattenimento illegale “dei nostri ostaggi”.



Al di là della posizione su Hamas – però – il premier israeliano Netanyahu ha anche voluto rivolgere un sentito ringraziamento “al presidente Donald Trump per il suo controllabile sostegno”, definendo il tycoon “il più grande amico che Israele abbia mai avuto alla Casa Bianca”: un amicizia pienamente dimostrata dall’invio di “tutte le munizioni che erano state trattenute” e che rendono possibile combattere “l’asse terroristico dell’Iran”, ma anche dalle pressioni esercitate “affinché gli ostaggi venissero liberati”; citando tra i vari punti anche “il piano visionario per Gaza (..) che Israele sostiene pienamente”.