A Delitti in famiglia la storia dell'omicidio di Lisa Sicialiano: chi è l'orfana della coppia Noemi D'Alba che all'epoca aveva solamente 12 anni
Tra le varie storie che verranno affrontate nel corso della diretta odierna di ‘Delitti in famiglia‘ ci sarà anche il famoso omicidio di Lisa Siciliano che lasciò orfana la – all’epoca dei fatti – 12enne Noemi D’Alba e la sorellina di appena 4 anni Lussianna rimaste sole al mondo senza più una madre o un padre, ma fortunatamente accolte ed accudite nel caldo abbraccio degli zii che se ne sono sempre presi cura come se fossero figlie loro; il tutto condito dalla più classica storia di italianissima ingiustizia che non ha mai riconosciuto a nessuna delle due alcun tipo di ristoro o risarcimento, nonostante la comprovata prova di omissioni da parte dello Stato.
Prima di arrivare a Noemi D’Alba – reale protagonista di questo articolo – vale la pena ricordare che l’omicidio di Lisa Siciliano risale al 7 febbraio del 2012: in quella giornata l’intera famiglia (la donna e le due figlie) si trovavano negli alloggi di servizio di una caserma palermitana dei Carabinieri, quando il padre delle bimbe – l’appuntato scelto Rinaldo D’Alba – al culmine dell’ennesimo futile litigio sparò alla donna poco prima di togliersi la vita; tutto con la pistola d’ordinanza e a pochissimi passi delle figlie che tentarono anche di sfondare la porta della camera in cui i genitori si erano chiusi a litigare.
Chi è Noemi D’Alba: “Per anni ho odiato mio padre, ma poi ho capito che era inutile”
Una storia – appunto – difficile e che ha lasciato un indelebile ed incurabile segno nella vita di Noemi D’Alba che – nonostante tutto – è riuscita ad andare avanti facendosi coraggio nel tentativo di cercarsi un posto nel mondo: compiuto 18 anni nel febbraio del 2018, la ragazza ha rilasciato un’intervista a Repubblica nella quale ha raccontato che dopo l’omicidio-suicidio lei e la sorella hanno lasciato Palermo per trasferirsi nella poco distante provincia di Agrigento dove – appunto – sono state cresciute dagli zii.
“L’odio per mio padre c’è stato – racconta Noemi D’Alba – per i primi anni” dopo il violento gesto, ma poi si è resa conto che “era un sentimento inutile” e grazie ad un profondo percorso introspettivo “dopo un paio di anni l’ho perdonato e sono andata anche a trovarlo al cimitero“; mentre più recentemente la ragazza è finita un paio di volte al centro delle pagine di cronaca per l’assurdità di non essersi vista riconoscere alcun tipo di ristoro da parte dello stato – e neppure i privilegi concessi ai figli di donne uccise dai mariti – perché “ci vuole la condanna dell’assassino, ma mio padre si è suicidato e il processo è stato archiviato”.
