CONTE-TER, NOMI NUOVI MINISTRI/ Rimpasto Governo: Boschi e Rosato, Guerini Viminale

- Niccolò Magnani

Crisi di Governo, rimpasto e nomi per il Conte-ter: totoministri con due vicepremier (Di Maio-Orlando) e con Renzi che otterrebbe Rosato alla Difesa, Boschi Trasporti e Guerini agli Interni

Guerini e Orlando Pd, Lorenzo Guerini e Andrea Orlando (LaPresse)

Sebbene Renzi abbia più volte ribadito che la crisi di Governo si farà nel momento in cui Conte non risponderà punto su punto alle richieste di Italia Viva, non si fermano le “trattative” e i retroscena sui possibili nuovi ministri che potrebbero alla fine entrare nel Conte-ter, laddove sia questa la conclusione della crisi decisa da Quirinale e Palazzo Chigi (e Parlamento, laddove vi sarà uno scontro Renzi-Conte sullo stile della crisi-Papeete dell’agosto 2019).

Maria Elena Boschi potrebbe allora rientrare di “prepotenza” nel totoministri, con il dicastero dei Trasporti (al posto di De Micheli, Pd) o del Lavoro (Catalfo, M5s) che potrebbero far spazio alla ex Ministra delle Riforme. Italia Viva con la Boschi e Rosato alla Difesa, potrebbe a quel punto “mollare” almeno uno dei posti di Bonetti e Bellanova, le attuali due uniche ministre renziane in Cdm. Rischiano anche Bonafede (M5s, Giustizia) e Amendola (Pd, Affari Europei) con le new entry che potrebbero essere Delrio e Orlando (Pd). Al Viminale quasi certo, in caso di rimpasto, l’addio di Lamorgese con Guerini (Pd, che otterrebbe anche la delega ai Servizi) e Patuanelli (M5s) come diretti possibili sostituti. Il “totoministri” impazza, come del resto anche le alternative al Conte-ter a cominciare dai nodi Draghi e Cartabia (qui tutte le novità).

CONTE-TER, I POSSIBILI NUOVI MINISTRI

La crisi di Governo è vicina e quasi certa ormai: il come si potrà risolvere è invece altamente meno decifrabile, con diverse ipotesi ancora aperte sul tavolo della maggioranza. Entro il prossimo 6-7 gennaio la “matassa” iniziata da Renzi e Italia Viva dovrebbe risolversi, con sostanzialmente tre maxi-ipotesi: un rimpasto per arrivare al Conte-ter; un Governo tecnico di “unità nazionale” (Draghi, Cartabia o Severino a Palazzo Chigi); un nuovo Governo politico con Franceschini, Gualtieri e Orlando come totoPremier in quota Pd.

Stando ai retroscena in arrivo dai palazzi del Parlamento, è al momento il maxi rimpasto per il Conte-ter l’elemento di maggior probabilità dopo le intemerate di Renzi sul Recovery Plan, nonostante per l’ex Premier fiorentino l’opzione principale da scegliere ancora oggi sarebbe un nuovo Governo senza Conte e i M5s ma con Draghi (e il sostegno, magari esterno, del Centrodestra). Le indiscrezioni e i totoministri invece si “sprecano” sul Conte-ter e vedono in prima battuta un restyling più sullo stile del Governo gialloverde, con due vicepremierAndrea Orlando (Pd) e Luigi Di Maio (M5s) – e diversi cambi di “maglia” nella squadra dei Ministri.

RIMPASTO GOVERNO: ECCO IL POSSIBILE CONTE-TER

Questa ipotesi riguarda in sostanza quella che nel gergo politico si chiama “crisi di Governo pilotata”, con il premier Conte che salirebbe al Quirinale per rassegnare le dimissioni avendo però già in tasca la lista del nuovo CdM da lanciare con immediato voto di fiducia. In questa ipotesi il Presidente del Consiglio dovrebbe cedere su tutti i punti richiesti da Italia Viva (servizi segreti, Recovery Plan e Mes) e arrivare con la nuova squadra meno “tecnica” e ancora più politica, con ‘cessioni’ a renziani e Pd: come sottolinea anche “La Stampa”, Ettore Rosato andrebbe alla guida della Difesa (un modo per dare anche “pressioni” alla Nato sulla possibile candidatura di Matteo Renzi a segretario generale), con l’attuale titolare della Difesa Lorenzo Guerini che invece prenderebbe l’incarico prestigioso di Ministro degli Interni lasciato libero, a questo punto, da Luciana Lamorgese. Il rimpasto però non sembra soddisfare né Renzi né lo stesso Pd, ricordando le parole di Luigi Zanda di qualche giorno fa in Parlamento: «Conte avrebbe dovuto aprire la verifica mesi fa. Al punto in cui sono arrivate le cose è difficile che si vada avanti senza un chiarimento vero, nei contenuti e sulla struttura del governo». Le carte ‘Draghi’ in prima battuta o “Cartabia/Severino” con forte apprezzamento del Quirinale sono tutte pronte, in attesa di capire chi l’avrà vinta nel lungo e infinito braccio di ferro tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte.







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