Scaroni sulle prossime tappe per il nuovo San Siro: "Milan e Inter in campo nel 2030 per la prima partita". E assicura che Cardinale resterà il proprietario
SCARONI SUL NUOVO STADIO PER MILANO
Milan e Inter non entreranno nel nuovo San Siro prima del 2030, perché i cantieri partiranno nel 2027, quindi i lavori saranno terminati nel giro di tre anni. A fare il punto è Paolo Scaroni, presidente del Milan, che ha rilasciato un’intervista a Milano Finanza in cui assicura che il progetto sarebbe piaciuto molto a una persona che era molto legata al club rossonero, Silvio Berlusconi.
Infatti, Scaroni spiega di aver affrontato la questione diverse volte con l’ex proprietario del club, anche perché si tratta di un progetto che consentirà al Milan di restare al top a livello europeo, pur non negando il legame con un impianto dove la squadra ha costruito la sua storia calcistica.
Lo dimostrano i casi Tottenham, Arsenal e Real Madrid, che hanno raddoppiato gli incassi, quindi il Milan si aspetta “un aumento sostanziale dei ricavi“, senza intervenire sul costo dei biglietti, ma puntando sulla vendita di pacchetti diversi e premium, senza dimenticare il contributo delle attività collaterali.
NUOVO STADIO MILAN E INTER, LE TAPPE E LA PRIMA PARTITA
Ma tornando alle tappe, il numero uno della società rossonera ha spiegato che il prossimo passo è il rogito entro settembre, che porterà al pagamento della prima tranche nelle casse del Comune di Milano di 73 milioni.
Nel frattempo, Norman e Manica si occuperanno dei dettagli del nuovo stadio, il cui progetto completo sarà disponibile in 6-8 mesi (con la prima società che fornirà proposte architettoniche, mentre l’altra si occuperà delle scelte tecniche), poi scatterà l’analisi della Conferenza dei servizi, un lavoro che richiederà altri 6 mesi.
Da qui la conclusione che l’apertura dei cantieri scatterà nel 2027, con il completamento tre anni dopo. L’obiettivo è fare in modo che Milan e Inter possano scendere in campo nel nuovo stadio nella stagione 2030/31, ma anche che l’impianto sia pronto per gli Europei del 2032.
Scaroni non si sbilancia sugli immobili dei servizi accessori, tra uffici, centro commerciale e hotel, con il quadro in tal senso che sarà più chiaro nei prossimi anni, visto che il focus è il nuovo stadio.
IL DESTINO DI SAN SIRO E LE ALTERNATIVE SCARTATE
Per quanto riguarda il Meazza, non sarà demolito prima della realizzazione del nuovo impianto, di conseguenza la riqualificazione partirà dal 2031/32. La previsione è che sarà portata a termine non prima del 2035.
C’è chi auspicava la ristrutturazione di San Siro, ma non era una strada percorribile – secondo Scaroni – per i costi, i risultati non sufficienti, le esigenze finanziarie dei due club, ma pure sportive, visto che non ci sono impianti alternativi per ospitare Milan e Inter durante i lavori senza perdere il 50-70% di ricavi all’anno.
Invece, il nuovo stadio sarà sostenibile dal punto di vista energetico e più accogliente tra nuovi servizi e parcheggi. Il presidene del club rossonero nell’intervista boccia l’ipotesi di mantenere San Siro con il nuovo impianto, auspicata dal presidente del Senato Ignazio La Russa, ma esclude anche i sospetti di speculazioni immobiliari così come il timore che i due club vengano ceduti.
LA PROPRIETÀ E IL RICORSO DOPO IL TAR
“Cardinale vuole rimanere proprietario del Milan per molto tempo e lo stadio è un tassello fondamentale” nel percorso per il rafforzamento del club, assicura Scaroni. Per quanto riguarda San Donato, con il Tar che si è messo di traverso sulla destinazione a uso sportivo, il presidente rossonero ha ribadito la volontà di fare ricorso al Consiglio di Stato e, visto che sono stati investiti 40 milioni sull’area, si sta valutando l’uso, non escludendo il calcio femminile e il settore giovanile.