Omicidio Diabolik e la mafia a Roma, dalle ultime inchieste emergono i legami tra le organizzazioni criminali, vip, politici ed imprenditori
Il processo per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli detto Diabolik, l’ultras della Lazio ucciso il 7 agosto 2019, prosegue con il primo grado di giudizio nei confronti di Raul Esteban Calderon, l’argentino considerato esecutore del delitto per il quale è stato chiesto l’ergastolo. La famiglia di Diabolik però chiede che alle accuse venga aggiunta anche l’aggravante del “Metodo mafioso“, sulla quale sta insistendo da tempo sostenendo che per modalità e dinamiche ricostruite, e visto anche l’atteggiamento di particolare “omertà“, è un fattore che non può essere ignorato.
Dalla morte di Piscitelli infatti ne è scaturita una dura guerra della droga spacciata nella Capitale, con diverse operazioni della Guardia di Finanza e del team Antimafia, che hanno poi confermato le faide in corso tra diversi gruppi criminali che ormai da molti anni hanno conquistato Roma facendola diventare una grande “lavanderia di denaro proveniente da illeciti“, come dichiarò la Procura nell’ambito dell’inchiesta conclusa denominata “Assedio“, che dimostrò i legami tra i clan organizzati ed il mondo dell’imprenditoria, dei vip e della politica.
L’evoluzione della mafia a Roma dopo l’omicidio di Fabrizio Piscitelli “Diabolik”
Dell’evoluzione della mafia a Roma a partire dall’omicidio di Fabrizio Piscitelli detto Diabolik, e ne occuperà anche la trasmissione Farwest, che ha anticipato una inchiesta che analizza le varie fasi per il controllo della Capitale, dalla guerra per lo spaccio fino alla rete di contatti tra la malavita e settori istituzionali. Le attività sono in costante cambiamento, ma quello che è certo è che, come dimostrò la prima indagine sui mandanti del delitto del leader degli “irriducibili”, la gestione degli affari con collaborazione tra Camorra, Ndrangheta, organizzazioni di estrema destra e imprenditori è una pratica ormai consolidata da moltissimi anni.
L’ultima operazione condotta dalla Procura e dell’Antimafia conclusa a luglio 2024 con 24 imputati per la quale i procedimenti giudiziari sono ancora in corso, aveva scoperto che questa rete, composta dall’unione di vari gruppi e clan, poteva essere definita come la “Nuova mafia romana“. Un sodalizio che puntava a portare avanti le varie attività in diversi settori come: l’usura, le estorsioni, ma soprattutto il riciclaggio, coinvolgendo con minacce, violenze e corruzione anche i rappresentati delle istituzioni che potevano garantire appalti, fondi, e pratiche amministrative illecite.
