Il processo per l’omicidio di Ilenia Fabbri si è chiuso con la condanna definitiva all’ergastolo per l’ex marito della vittima, Claudio Nanni, riconosciuto quale mandante del delitto, e per il reo confesso Pierluigi Barbieri, assoldato come sicario per eseguire il delitto. Le pene, riporta Ansa, sono state confermate all’esito del rigetto dei ricorsi delle rispettive difese da parte della Corte di Cassazione.
Ilenia Fabbri aveva 46 anni al momento in cui fu uccisa, sgozzata nel suo appartamento di Faenza, in provincia di Ravenna, il 6 febbraio 2021. Secondo la ricostruzione dell’accusa, l’ex marito avrebbe ingaggiato Barbieri per uccidere la donna così da evitare i contraccolpi economici della separazione. Il movente, quindi, per gli inquirenti sarebbe da rintracciare proprio in tale contesto: Ilenia Fabbri aveva ottenuto dal tribunale l’assegnazione dell’abitazione coniugale, del valore di circa 300mila euro, e aveva citato Nanni in una causa relativa a presunti salari non percepiti per l’attività che svolgeva nell’azienda di famiglia.
Ilenia Fabbri uccisa a Faenza: la ricostruzione del delitto
Ilenia Fabbri fu assassinata quando in casa si trovava un’amica della figlia. Quest’ultima, proprio quella mattina, il 6 febbraio 2021, era partita con il padre Claudio Nanni per concludere l’acquisto di un’auto fuori città. Per l’accusa, uno spostamento che l’ex marito della vittima avrebbe pianificato da tempo così da permettere al killer di entrare in azione senza essere scoperto, ma non sapendo della presenza dell’altra giovane all’interno dell’appartamento. L’amica della figlia aveva subito lanciato l’allarme con una drammatica telefonata alla ragazza, facendo di fatto saltare i piani dell’uomo.
Secondo quanto raccontato da Pierluigi Barbieri, reo confesso e considerato esecutore materiale dell’omicidio, Nanni avrebbe tentato almeno altre due volte di uccidere l’ex moglie. La Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’Appello di Bologna rendendo così definitivi gli ergastoli a carico dei due uomini. I legali di Claudio Nanni avevano chiesto l’assoluzione, sostenendo che Barbieri fosse stato assoldato con il solo obiettivo di “spaventare” l’ex moglie, ma non per ucciderla.