Roberto Bolzoni "Rambo", trovato morto in auto dalla moglie, ucciso da almeno due persone: questa l'ipotesi, fermati due uomini, zio e nipote...
Omicidio di Roberto Bolzoni detto “Rambo“, il 61enne trovato morto nella sua auto dalla moglie a Lodi lo scorso martedì: l’indagine ha registrato una svolta con l’identificazione di due persone ritenute coinvolte nel delitto.
Si tratterebbe, secondo quanto riporta Il Giorno, di compagni di scommesse della vittima, zio e nipote din 48 e 29 anni attualmente indagati non solo per l’uccisione dell’uomo ma anche per la rapina ai danni dello stesso. Gli investigatori li avrebbero individuati grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona e attraverso l’analisi di una impronta digitale rilevata in una delle macchie di sangue presenti all’interno della macchina del 61enne, traccia che sarebbe risultata riconducibile al 48enne poi fermato.
Roberto Bolzoni “Rambo” ucciso e rapinato: la ricostruzione del delitto
L’inchiesta sull’omicidio di Roberto Bolzoni, colpito con 35 coltellate, avrebbe trovato un impulso decisivo nei filmati relativi al giorno del delitto e nell’analisi delle tracce ematiche rinvenute nella sua auto. Così gli inquirenti sarebbero arrivati a zio e nipote di 48 e 29 anni, Roberto Zuccotti e Andrea Gianì, secondo Il Giorno attualmente accusati di omicidio volontario e rapina.
I due sarebbero stati condotti in carcere nella notte, mentre resta irrisolto il nodo del movente: al momento, infatti, non sarebbe emerso alcun elemento per ricostruirlo e le indagini procedono in ogni direzione. Stando ad una prima ricostruzione del delitto, entrambi gli indagati sarebbero compagni di scommesse e sarebbero finiti in manette non solo per l’uccisione di Bolzoni, detto “Rambo”, ma anche per l’ipotesi di averlo rapinato. Il corpo del 61enne era stato trovato dalla moglie dentro la sua auto, nel parcheggio di piazza Omegna.
Fondamentale, nelle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Lodi, il repertamento di un’impronta digitale del 48enne in una delle macchie di sangue all’interno del veicolo: si sarebbe arrivati all’identità di Zuccotti perché soggetto già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati a spaccio e reati contro il patrimonio.