Ha chiesto la grazia al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’assassino di Francesco Seramondi e Giovanna Ferrari. Stiamo parlando precisamente del pakistano Muhammad Adnan, colui che ha ucciso 5 anni fa, l’11 agosto del 2015, marito e moglie bresciani, titolari di una pizzeria da asporto molto conosciuta. L’uomo entrò nell’esercizio commerciale, e con alcuni colpi di fucile uccise a sangue freddo i due titolari mentre stavano lavorando. Il caso, che sconvolse la città bresciana, venne risolto dalle forze dell’ordine nel giro di pochi giorni, che risalirono ai colpevoli per poi arrestarli. Fra questi anche Muhammad, anche lui pizzaiolo come le sue vittime, che motivò il suo folle gesto invidioso del fatto che la pizzeria gestita dai due concorrenti, “Da Frank”, aveva più successo del suo locale.
OMICIDIO SERAMONDI, ADNAN CHIEDE LA GRAZIA: CONTRARIO IL FIGLIO
Ad appena cinque anni da quell’accaduto il pakistano ha invocato il presidente della Repubblica, chiedendo che possa tornare in libertà. Una richiesta che appare decisamente complicata da soddisfare per vari motivi, a cominciare dal fatto che lo stesso Muhammad è stato condannato all’ergastolo, e raramente riceve la grazia chi deve stare in carcere a vita. Inoltre, lo stesso assassino non presenta gravi problemi di salute, ne tanto meno un’età tale da giustificare l’uscita dal carcere. “Sono arrabbiato e mi sento preso in giro”, ha commentato Marco Seramondi, figlio di Frank e Giovanna, intervistato nelle scorse ore dai colleghi del quotidiano Il Giornale di Brescia. Marco, che è già stato convocato dalla Questura per avere un suo parere sulla richiesta di grazia, ha aggiunto: “Fossero passati vent’anni potrei capire il tentativo, ma così no. E’ passato troppo poco e non lo posso accettare. È scandaloso – ha aggiunto – non ha mai chiesto scusa e sono passati solamente cinque anni”. Alla grazie per il 37enne sarebbero contrari anche i legali di Seramondi, e a breve verranno ascoltati dagli inquirenti anche i fratelli delle due vittime.