Per l'omicidio di Vittorio Boiocchi ha confessato Pietro Andrea Simoncini: è stato lui il mandante dell'assassinio del capo Ultras
Pietro Andrea Simoncini ha confessato: è stato lui il mandante dell’omicidio di Vittorio Boiocchi, capo ultras dell’Inter. Lo scrive il Corriere della Sera, sottolineando il riferimento all’assassinio avvenuto a Milano nell’ottobre di tre anni fa. Simoncini è stato interrogato nelle scorse ore dal pubblico ministero Paolo Storari e, per la prima volta ha deciso di parlare, confermando la versione già fornita da un altro ultras interista, Andrea Beretta, che aveva deciso di collaborare con la giustizia.
Pietro Andrea Simoncini avrebbe deciso di eliminare Boiocchi per questioni economiche legate ad affari di merchandising, ma anche ad altri business non meglio specificati, come riferisce il quotidiano di via Solferino. Un’ammissione che è stata confermata anche da Marco Ferdico, un altro apice della curva nerazzurra di San Siro. Pietro Andrea Simoncini era stato arrestato l’11 aprile e, fino ad oggi, era rimasto in silenzio: aveva respinto ogni accusa, ma evidentemente, dopo le confessioni di Beretta, ha deciso di parlare, ammettendo le proprie responsabilità.
OMICIDIO VITTORIO BOIOCCHI, LA CONFESSIONE DI SIMONCINI
Simoncini, che sarebbe anche legato alla criminalità organizzata – precisamente alla ’ndrangheta –, avrebbe messo a verbale di aver richiesto la morte di Boiocchi e, soprattutto, che fosse lui alla guida dello scooter che ha affiancato la vittima: dietro di lui vi era Daniel D’Alessandro, colui che avrebbe ucciso materialmente l’ultras interista, facendo fuoco.
D’Alessandro era scappato in Bulgaria, ma le forze dell’ordine lo avevano rintracciato e fatto estradare in Italia. Questi era stato interrogato lo scorso 12 maggio e si era avvalso della facoltà di non rispondere, ma, dopo le testimonianze di Beretta, Simoncini e Ferdico, è probabile che anche lui parli, confermando la ricostruzione dei fatti. Nella vicenda sono coinvolti, oltre ai suddetti, anche Gianfranco Ferdico, padre di Marco, a cui Beretta avrebbe dato 50.000 euro, e Cristian Ferrario, che invece si era intestato lo scooter usato nell’omicidio.
OMICIDIO VITTORIO BOIOCCHI: IL QUADRO CHE STA EMERGENDO
Ferdico era stato arrestato durante la prima ondata di arresti legati all’inchiesta Doppia Curva, risalente allo scorso 30 settembre, quando ben 19 persone finirono in carcere, fra cui nomi poi diventati arcinoti come quelli di Luca Lucci e Rosiello, per la loro amicizia con Fedez ed Emis Killa, totalmente estranei alle vicende.
Vittorio Boiocchi era stato ammazzato il 29 ottobre del 2022, davanti a casa sua, in via Fratelli Zanzottera, nel quartiere Figino di Milano: fu sorpreso da una serie di colpi di pistola che non gli lasciarono scampo, morendo subito dopo gli spari, senza che i sanitari potessero salvarlo. Quell’omicidio cambiò i vertici della curva nerazzurra, favorendo l’ingresso in scena di Antonio Bellocco, “sbarcato” a Milano dalla Calabria pochi giorni dopo l’assassinio, e il cui arrivo fu favorito da Beretta e Ferdico per dare vita a un tridente insieme proprio a Bellocco.
