Omicidio Yara Gambirasio, difesa di Massimo Bossetti avrà tutti Dna prelevati nell'indagine: un passo verso revisione? Cosa succede, il parere di Bruzzone
La difesa di Massimo Bossetti avrà accesso a tutti i campioni di DNA prelevati nell’indagine sull’omicidio di Yara Gambirasio. Il tribunale di Bergamo ha autorizzato per la prima volta l’accesso ai materiali fondamentali dell’inchiesta: il profilo genetico completo della vittima e di circa 25.000 persone esaminate all’epoca nella ricerca di Ignoto 1, le foto in alta definizione degli abiti indossati dalla ragazza al momento della scomparsa e del ritrovamento.
Dunque, i legali dell’ex muratore di Mapello avranno a disposizione anche i grafici elettroforetici, i tracciati delle analisi del DNA e i risultati completi delle caratterizzazioni genetiche, anche in forma anonima.
La decisione, che rende esecutivo un provvedimento già preso nel 2019 dalla Corte d’Assise ma finora non applicato, è importante per la difesa, che ritiene che un’analisi indipendente potrebbe rivelare errori o anomalie. Ad esempio, ci sono dubbi sull’attribuzione della prova di Ignoto 1, poiché il DNA mitocondriale di quella traccia non corrisponde all’uomo condannato all’ergastolo in via definitiva.
“VOGLIAMO DIMOSTRARE L’INNOCENZA DI BOSSETTI”
Si tratta, dunque, di un primo passo verso un’eventuale richiesta di revisione del processo. L’auspicio della difesa di Massimo Bossetti è che l’analisi dei reperti e delle immagini possa riuscire a mettere in dubbio la validità della prova chiave che ha portato alla condanna. Questo non significa che il processo sarà riaperto subito, ma apre la possibilità di una revisione, se emergeranno elementi nuovi e significativi.
“Ci abbiamo messo sei anni solo per poter iniziare a lavorare sulla carta, ma siamo fiduciosi che da qui si possa ripartire per dimostrare l’innocenza di Massimo Bossetti”, ha dichiarato l’avvocato Claudio Salvagni all’Adnkronos. A tal riguardo, la criminologa Roberta Bruzzone nutre molti e forti dubbi. “Questo fine potrebbe non essere mai raggiunto”, ha dichiarato a Ore 14.
IL PARERE DI ROBERTA BRUZZONE
“Facessero tutte le analisi che vogliono, non cambierà una virgola rispetto a come si è concluso questo procedimento. Ben venga che abbiano avuto accesso a queste informazioni, così magari saranno occupati per un po’ e non ne sentiremo parlare”, ha aggiunto con una punta di sarcasmo la criminologa.
“All’esito di questa analisi esplorativa vedremo cosa troveranno, a mio modo di vedere niente, perché non c’è nessun dubbio sul fatto che quel DNA appartenga al signor Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio brutale di questa bambina”, ha proseguito Bruzzone.
La criminologa ha poi spiegato cosa succede ora: “Faranno un’indagine esplorativa, perché hanno tutto il compendio dei risultati. Loro hanno chiesto accesso a queste informazioni e faranno le loro valutazioni. Non avranno accesso ai reperti, perché per averlo e rinnovare le analisi il codice prevede che ci siano fondati motivi per ritenere il soggetto estraneo ai fatti. Siccome questi motivi non esistono, non hanno avuto accesso ai reperti, ma possono esaminare dei profili. Non c’è nessuna riapertura. Ora potranno fare questa attività documentale esplorativa, perché parliamo di documenti, non di reperti”.
