Un discorso di circa 10 minuti pronunciato davanti all’ONU e con un unico, vero, autentico nemico da distruggere (dialetticamente): Israele. È quanto ha detto Mohammed El-Kurd, scrittore e attivista per i diritti della Palestina, originario di Sheikh Jarrah (quartiere palestinese nella Gerusalemme Est), parlando alle Nazioni Unite durante la Giornata internazionale in solidarietà con il popolo palestinese.
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Dopo che all’età di 11 anni i coloni israeliani hanno preso possesso di metà della sua casa nella Gerusalemme Est, la storia di El-Kurd è cambiata per sempre: «l’espansione delle colonie israeliane non ha colpito Sheikh Jarrah, ma anche la vita quotidiana a Silwan, Eissawiya e Masafer Yatta, nella città occupata di Hebron». Aprendo il suo discorso, l’attivista parte subito all’attacco definendo un autentico «furto» l’esproprio dei coloni: «La battaglia per Sheikh Jarrah non è legale nella sua essenza, è politica. Fa parte del più ampio piano sistematico per israelizzare l’intera Gerusalemme, la mia città natale. La mia famiglia e i miei vicini lo capiscono, sappiamo in prima persona che il sistema giudiziario israeliano è creato da coloro che si beneficiano infinitamente del regime coloniale israeliano».
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IL DURISSIMO DISCORSO CONTRO ISRAELE ALL’ONU
Ha attaccato Israele e lo Stato ebraico definendolo a più riprese «sionista», con l’Onu attonito davanti agli attacchi pronunciati dall’attivista El-Kurd: «Mentre vi parlo, il nostro avvocato sta cercando di convincere un giudice dei coloni a pronunciarsi contro le colonie. Viene in mente la parola Apartheid, ma dire che esiste un’asimmetria nella giustizia nel sistema giudiziario israeliano è un eufemismo. Quello che abbiamo tra le mani è un sistema ideologicamente guidato dal colonialismo, costruito da e per i colonizzatori». Accusa poi il mondo e la comunità internazionale di essere ripiombata nel silenzio dopo gli attacchi a Gaza dell’inizio 2021: «La realtà che i palestinesi in 70 anni di governo sionista hanno sperimentato […] non è teorica. È evidente, nei tentativi di cacciarci dalle nostre case in modo che i coloni possano occuparle, con il sostegno del regime, le cui forze e politiche forniscono un sostegno violento allo sfollamento di una popolazione per installarne un’altra». Chiudendo il suo discorso “senza filtri” davanti a qualche brusio nell’aula, El-Kurd chiarisce «non mi interessa chi si sente offeso da questa terminologia». Il segretario generale Onu Antonio Guterres ha sottolineato dopo l’intervento dell’attivista che la situazione in Palestina «continua a rappresentare una sfida significativa per la pace e la sicurezza internazionali. Le persistenti violazioni dei diritti dei palestinesi, insieme all’espansione delle colonie israeliane, rischiano di erodere la prospettiva di una soluzione a due Stati».
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