I dipendenti che pagano gli optional dell'auto aziendale non possono considerare la spesa come fringe benefit.
Di norma gli optional di un’auto, anche se se è aziendale, devono essere pagati dal dipendente che utilizza il mezzo in uso promiscuo. Le modalità di pagamento possono prevedere la trattenuta del costo direttamente in busta paga.
A fronte di un fringe benefit concesso ai dipendenti, una società ha chiesto all’Agenzia dell’Entrate se la somma pagata in busta dall’impiegato che ha desiderato aggiungere gli extra sull’automobile dovesse prevedere riduzioni fiscali.
Come trattare i costi degli optional di un’auto aziendale
Gli optional che un dipendente vuole aggiungere alla “sua” auto aziendale (in uso promiscuo) vanno interamente pagati da lui stesso. Ma non è tutto, perché l’Ade ha risposto alla società che aveva posto la domanda sul trattamento fiscale, sostenendo che non è previsto alcun occhio di riguardo.
Ciò significa che ogni regola resta la stessa (come previsto dalla normativa vigente), mentre le dotazioni e gli accessori aggiunti in più non potranno esser né dedotti e né detratti al fine di ridurre la tassazione.
La perplessità sorta all’impresa si riconduce al contenuto della normativa che sostiene che l’imponibile si ricava solo dopo aver ottenuto il “netto”, anche a fronte di potenziali somme trattenute ai lavoratori subordinati.
La risposta dal fisco
Per trovare una risposta esaudiente l’Agenzia delle Entrate fa riferimento all’articolo 51, che applicata una tassazione agevolata esclusivamente per i veicoli in uso promiscuo, ricordando di dover consultare le tabelle ACI su un rimborso forfait per una percorrenza di circa 15.000 chilometri.
In occasione della questione sopra accennata, l’amministrazione finanziaria ha spiegato che le trattenute pagate esclusivamente dal dipendente e per una corrispondenza voluta da lui stesso (come gli optional sull’automobile), non sono oggetto della flat tax prevista dal fringe benefit.
In sostanza ogni datore di lavoro è libero di far personalizzare ai propri dipendenti ciò che desiderano, a patto però che quanto versato non venga dedotto e né detratto ma considerata una tassazione ordinaria e non agevolata.