L'ora legale e le curiosità sullo spostamento delle lancette: dalle antiche civiltà alla cultura pop, il tempo che scorre tra storia e intrattenimento

Il cambio dell’ora 2025 è ormai alle porte, ma l’idea di regolare le attività quotidiane in base alla luce solare, nonostante sia una prassi ormai diventata consuetudine in epoca moderna, non può certo definirsi un’invenzione recente, ma un concetto che affonda le sue radici nelle civiltà più antiche, ben prima che l’ora legale venisse formalmente introdotta e riconosciuta.



Gli Egizi, rinomati per essere grandi osservatori del cielo, suddividevano la giornata in ore variabili a seconda delle stagioni, sfruttando obelischi e meridiane per determinare il momento in cui iniziare o concludere le attività e non da meno erano i Greci, i quali adottavano un sistema simile: nelle loro città, le giornate lavorative si accorciavano naturalmente in inverno e si allungavano in estate, un adattamento spontaneo che rispecchiava il ritmo della natura.



Furono i Romani, però, a dare una struttura più delineata alla gestione del tempo: le loro meridiane pubbliche segnavano ore di diversa durata a seconda della stagione, un concetto che può essere considerato un’antenata lontana dell’ora legale e persino nelle legioni, l’organizzazione del tempo era flessibile, con turni di guardia e compiti distribuiti in base alla quantità di luce disponibile.

In assenza di strumenti all’avanguardia e delle moderne tecnologie di cui oggi disponiamo, il bisogno di spostare le lancette sembra assumere un carattere primordiale, tanto che queste civiltà avevano già compreso che il tempo non possa essere definito come un’entità fissa, ma un elemento che si modella sulle esigenze della vita e dell’ambiente circostante.



Ora legale 2025: quando il tempo che cambia diventa protagonista, dal cinema alla cultura pop

L’ora legale non è solo un fenomeno regolato da leggi e dibattiti politici, ma ha trovato spazio anche nella cultura popolare, spesso come simbolo di un tempo sfuggente e volatile, di un’alterazione della percezione della realtà o più banalmente, di un espediente narrativo per creare tensione: nel film “Ricomincio da capo”, ad esempio, il protagonista si ritrova intrappolato in un loop temporale che richiama il disorientamento che molti provano nei giorni successivi al cambio dell’ora.

Anche la letteratura si è ampiamente soffermata su questo tema: basti pensare a 1984 di George Orwell, dove il controllo del tempo rappresenta il cuore del dominio del Grande Fratello, colui che tutto vede e controlla, o ai romanzi di fantascienza che giocano con i paradossi temporali. L’ora legale ha fatto capolino persino nei fumetti e nelle serie TV, spesso come pretesto per la rappresentazione di situazioni comiche o assurde: in un episodio dei Simpson, Homer si confonde con l’orario e finisce per creare una serie di equivoci esilaranti e peripezie grottesche.

Ma al di là della fiction, ciò che colpisce è come questo piccolo spostamento delle lancette riesca a condizionare la vita quotidiana a livello globale, mettendo in discussione il nostro stesso rapporto con il tempo e con le abitudini che diamo per scontate, che sono chiamate a fare i conti con nuovi ritmi e con una routine stravolta.