L’oro ha superato il record dei 2.000 dollari l’oncia. Nelle ultime ore di giovedì 6 aprile le quotazioni hanno toccato vette di 2.040 dollari, sfiorando il record che si era raggiunto nell’estate 2020: 2.075 dollari l’oncia. Ma che cosa ha provocato questo vertiginoso aumento? Come analizza il Sol24Ore, sebbene il primo pensiero possa correre alla guerra in Ucraina in realtà le cause dovrebbero essere ricercate più che altro nella crisi bancaria che ha riacceso la corsa all’oro.
Oltre a questo fattore c’è anche da tenere conto della situazione degli Stati Uniti, che ha mostrato segni di rallentamento dell’economia. In particolare, oltreoceano i posti di lavoro non occupati sono scesi sotto i 10 milioni, un dato che non si registrava dal mese di maggio 2021. Nel contempo, gli ordini industriali sono calati più del previsto e si attende ancora che il dipartimento del Lavoro statunitense comunichi i Non Farm Payrolls, cioè il conteggio delle buste paga nei settori dell’agricoltura. Tutti questi fattori hanno insomma provocato una corsa a cercare beni di rifugio che non fossero il dollaro, com’è appunto l’oro. A inasprire la situazione di incertezza ha contribuito anche l’avvertimento del CEO di JP Morgan Chase, Jamie Dimon, che in merito alla crisi bancaria ha dichiarato che “ci saranno ripercussioni per anni a venire”.
Prezzo dell’oro record, Cina e Russia corrono ad accaparrarsi lingotti: le previsioni degli esperti
Vola il prezzo dell’oro, alla ricerca di un bene sicuro che non sia il dollaro e che possa garantire stabilità in una situazione che appare sempre più incerta. Tra le concause da considerare, il Sole24Ore menziona anche il taglio della produzione di petrolio deciso dall’Arabia Saudita e da un gruppo di altri Paesi, una decisione inattesa che potrebbe tradursi concretamente in aumenti vertiginosi dei prezzi al barile, che potrebbero superare quota 100 dollari.
L’aumento del prezzo dell’oro può essere spiegato anche tenendo conto che alcuni Paesi, in particolare Russia e Cina, hanno aumentato l’accumulo di riserve d’oro e il loro esempio potrebbe presto essere seguito anche da altri Paesi emergenti. Nel 2022 il settore ha incamerato 1.136 tonnellate di oro, una quantità record che però potrebbe essere superata nel 2023. Il World Gold Council ha presentato le ultime statistiche aggiornate segnalando un incremento di 74 tonnellate nel mese di gennaio scorso, mentre a febbraio si è verificato un aumento di ulteriori 52 tonnellate. A febbraio 2023, il principale acquirente è stata la Cina con 25 tonnellate. Tra gli altri acquirenti spiccano la Turchia, l’Uzbekistan, l’India e Singapore. La Russia ha dichiarato di aver acquisito 31 tonnellate di oro, metallo che costituisce il 24% delle riserve di Mosca. Un quadro dunque il continua evoluzione ma che sembra già mostrare una strada per il futuro.