Il gruppo danese Orsted è crollato in borsa: fatale l'aumento record di capitale dopo la decisione di Trump di tagliare i fondi all'eolico

Sembra essere piuttosto marcata la crisi di mercato di Orsted, il gruppo danese tra i principali produttori di parchi eolici al mondo che ora si trova a fare i conti con i tagli decisi dal presidente statunitense Donald Trump, fin dal suo ritorno alla Casa Bianca estremamente critico nei confronti delle energie rinnovabili e – in particolar modo – di quelle eoliche: per cercare di assorbire le perdite – e ci torneremo – il gruppo Orsted ha emesso un’enorme quantità di capitale, che secondo gli analisti potrebbe ottenere l’effetto contrario.



Partendo proprio da Trump prima di arrivare a Orsted, è utile ricordare che tra i primissimi atti siglati dal tycoon una volta tornato alla Casa Bianca lo scorso gennaio c’è stata una ferma interruzione della costruzione di parchi eolici: secondo il presidente statunitense, infatti, si tratta di impianti che deturpano il paesaggio e provocano ingenti danni alle balene e agli uccelli; oltre – ma questo lo aggiungiamo noi – a rimuovere fondi alle compagnie petrolifere dalle quali trae importanti proventi.



Il residente americano Donald Trump (al centro). A sin., il vicepresidente JD Vance (Ansa)

Non solo, perché oltre a bloccare i progetti già attivi di costruzione dei parchi eolici – e dal conto di Orsted erano in corso le trattative per costruire il parco chiamato “Sunrise Wind” poco distante dalle coste newyorchesi -, ha anche impedito il rilascio di nuove concessioni sia per i progetti onshore, che offshore; tutto (ovviamente) gettando nel panico gli attori dell’industria eolica e gli investitori che avevano creduto ai loro progetti.

Orsted schiacciato dai tagli statunitense emette capitale per 9,4mld di dollari: la borca boccia la scelta con un crollo del 27%

Tornando – ora – a Orsted, dopo l’annuncio da parte di Trump sui tagli ai progetti eolici il gruppo danese si è visto costretto a rivedere la sua strategia di business, fortemente basata (in precedenza) sulla cessione di quote in borsa per finanziare i parchi; trovandosi costretta anche a fare i conti con una generale svalutazione degli asset già attivi dai quali sono – naturalmente – scappati gli investitori.



Per cercare di attutire il duro colpo dei tagli di Trump, Orsted ha annunciato l’emissione record di capitale per 9,4 miliardi di dollari pari a circa la metà del suo attuale valore: una mossa che sembra essere piaciuta poco agli investitori, tanto che in mattinata all’apertura della borsa di Copenaghen il valore delle azioni del gruppo è crollato dal 27% toccando il minimo storico di 34,21 dollari ad azione; poi ulteriormente aggravato a metà giornata.

La ragione dell’aumento record di capitale è stata giustificata dal gruppo Orsted proprio con “i recenti sviluppi sostanzialmente negativi” del mercato statunitense; mentre annunciando anche l’interruzione completa del progetto Sunrise Wind – e il rafforzamento dei parchi eolici al largo di Taiwan e del Regno Unito -, ha precisato che la mossa servirà per “rafforzare” la struttura del gruppo e garantirne la sopravvivenza a lungo termine.