Appartamento gratuito da destinare a medici ed infermieri impegnati nella lotta al Coronavirus in un condominio di Pordenone, ma alcuni condomini dicono “No“. La lettera inviata dall’amministratore di un condominio al vicesindaco Eligio Grizzo e alla direzione dell’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale è diventata un caso.
Marito e moglie vogliono mettere un loro appartamento sfitto a disposizione di due operatori della sanità che arriveranno nei prossimi giorni a Pordenone per lavorare nel reparto Covid dell’ospedale civile. Iniziativa bellissima ma che non piace ai condomini per il timore, specie dei residenti più anziani della palazzina, che lavorando a stretto contatto con persone contagiate dal Coronavirus, i due professionisti possano portare il Covid-19 all’interno del condominio.
Da qui la richiesta all’amministratore di inviare una lettera al vicesindaco Grizzo (che ha la delega alle Politiche sociali) e alla direzione dell’Asfo. Quando ha letto, Grizzo ha inviato una risposta pungente, minacciando pure azioni legali qualora qualcuno avesse reso pubblico lo stato di salute di chi, tra qualche giorno, potrebbe andare a vivere momentaneamente in quell’appartamento oltre a ricordare che il proprietario può decidere di affittare – in questo caso gratuitamente – il suo immobile a chi vuole.
NO A MEDICI E INFERMIERI IN CONDOMINIO: LA REPLICA DEL VICESINDACO DI PORDENONE
Il vicesindaco ha preso a cuore la vicenda: “Credo che quella lettera, che l’amministratore si è visto costretto ad inviare, sia un affronto nei riguardi di chi in questo momento è chiamato a salvare delle vite umane. Sono arrabbiato e, anzi, auspico quanto prima che quell’appartamento venga assegnato, sino a giugno, a personale che lavora in ospedale nel reparto Covid o in Terapia intensiva. Nella riposta data all’amministratore sono stato duro ma di fronte a certe preteste e richieste non ci ho più visto”.
Un caso che stride con la disponibilità dimostrata da molti cittadini nel mettere a disposizione gratuitamente da aprile a giugno immobili sfitti – in totale finora 24 – a favore di medici e infermieri, vincitori di concorso, che stanno arrivando a Pordenone per dare manforte ai colleghi in trincea.
Una decina di operatori su sessanta (che lavoreranno a rotazione nella città friulana) hanno già trovato una sistemazione. Le uniche spese a carico di medici e infermieri sono le bollette di luce, acqua e gas. Grizzo ha voluto sottolineare che gli appartamenti sono tutti tenuti molto bene, anche quello finito nel mirino dei condomini.
NO A MEDICI E INFERMIERI IN CONDOMINIO: TIMORI INFONDATI
Luciano Clarizia, presidente dell’Ordine delle professionisti infermieristiche di Pordenone, interpellato dal Messaggero, smonta i timori dei condomini anche dal punto di vista sanitario: “Siamo di fronte a considerazioni gravi, che dimostrano l’ignoranza sanitaria di certe persone che, per fortuna, costituiscono una netta minoranza. Chi lavora nei reparti Covid è più controllato di qualsiasi altra persona, quindi mi viene difficile comprendere tutti questi timori”.
Clarizia dunque chiarisce che paure di questo genere non hanno alcun fondamento, ed anzi è molto grave la richiesta di conoscere le condizioni di salute di medici e infermieri futuri abitanti temporanei: “Di quella lettera, lo devo dire, sono rimasto male anche io, in particolare quando si chiede all’Azienda sanitaria di sapere le condizioni di salute di chi potrebbe andare ad abitare in quell’appartamento”.
La chiusura è chiarissima: “E se chi l’ha fatta scrivere, un domani, risultasse positivo al coronavirus? E’ questo il ringraziamento a chi sacrifica la propria vita per salvare quella di altri? Fortunatamente la maggior parte dei pordenonesi, anche in questo frangente, ha dimostrato di avere un cuore enorme”.