Che fine hanno fatto le ossa dei morti della battaglia di Waterloo, combattuta il 18 giugno 1815 dalle armate anglo-prussiane e dall’esercito di Napoleone e nella quale perirono almeno 20mila soldati dell’una e dell’altra parte? Il mistero è stato risolto da uno studio condotto dagli storici Bernard Wilkin e Robin Schäfer, i quali, unitamente all’archeologo britannico Tony Pollard, hanno documentato una realtà agghiacciante: le ossa dei morti di Waterloo furono progressivamente dissotterrate, senza alcuna autorizzazione, nel periodo fra il 1834 e il 1860, per poi essere utilizzate in modo massiccio dall’industria saccarifera belga come filtri per raffinare e sbiancare lo zucchero. Parte di esse, inoltre, fu trasformata in fertilizzanti.
I risultati del lavoro condotto dagli esperti sono stati anticipati dalla “Frankfurter Allgemeine Zeitung” e dal “Daily Mail” e, come si legge sul “Corriere della Sera”, si basano su numerosi documenti dell’epoca, fin qui inaccessibili e tratti da archivi francesi, belgi e tedeschi: “Abbiamo trovato la risposta a una domanda vecchia di oltre duecento anni”, ha spiegato Wilkin con soddisfazione.
OSSA MORTI BATTAGLIA WATERLOO USATE PER LAVORARE LO ZUCCHERO: L’AGGHIACCIANTE SCOPERTA
Gli storici, in particolare, hanno ricordato come la coltivazione della barbabietola nell’area in cui avvenne lo scontro, fu seguita dalla costruzione di due fabbriche per la produzione dello zucchero e nel 1834 in Belgio esplose il commercio di ossa animali, utili a raffinare e sbiancare il prodotto grezzo. Le ossa umane e animali dei morti della battaglia di Waterloo rappresentavano così un’occasione ghiotta per l’industria ed ebbe il via la dissacrazione delle fosse comuni.
Nel 1835 il quotidiano “L’Independent” notava: “Gli industriali hanno ottenuto il permesso di togliere i morti dalla terra dell’onore, per mutare in carbone le ossa degli eroi. Basta questo a caratterizzare un’epoca”. Sul “Prager Tagesblatt”, un viaggiatore tedesco scrisse: “Usare il miele come dolcificante vi eviterà il rischio di sciogliere i resti di vostro bisnonno nel caffè“. Il sindaco di Braine-l’Alleud nel 1834 emanò un decreto con cui dichiarò illegali gli scavi per la raccolta delle ossa dei morti di Waterloo, con pene previste fino a un anno di detenzione e 200 franchi di multa: fu bellamente ignorato e lo scempio continuò a lungo, tanto che lo studio parla di quasi 2mila tonnellate di ossa dissotterrate dal campo di Waterloo e cedute agli industriali dello zucchero.