Di ritorno da una visita al carcere di Padova, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari parla del caso Cospito, per il quale tra l’altro è finito sotto scorta, viste le minacce degli anarchici. «Francamente, di questo clima preferirei farne a meno. Credo sia stato alimentato a discapito del vero problema da risolvere. Senza dare colpe a qualcuno, mi pare che le polemiche lo alimentino per spostare l’attenzione dal personaggio che abbiamo di fronte», ha dichiarato nell’intervista al Giornale. Il leghista ha ricordato che Alfredo Cospito è stato considerato responsabile di gravi delitti, per i quali sta scontando le sue condanne. «Solo successivamente è stata applicata la misura del 41 bis perché, evidentemente a ragione, sono state individuate attività molto pericolose negli scritti inviati nel 2021 fuori dal carcere».
Da oltre un mese sta facendo lo sciopero della fame contro il carcere duro. «Qualcuno a sinistra vorrebbe che si tornasse indietro, ma il 41 bis non è un atto di vendetta per sue idee, è una misura di giustizia per evitare collegamenti con l’esterno». Ostellari, che ha la delega al trattamento dei detenuti, ha spiegato come si procederà ora. «Lasciando soltanto parlare i medici. È stato seguito dai sanitari a Sassari e poi trasferito ad Opera, in una struttura dove medici interni ed esterni possono intervenire per evitare il peggio».
“COSPITO? NESSUNO HA USATO VIOLENZA”
Per Andrea Ostellari lanciare allarmi è un errore, «perché nessuno ha mai usato violenza nei suoi confronti, anzi. I medici potranno agire come riterranno opportuno e come la legge imporrà». Il sottosegretario alla giustizia ricorda che, dunque, «non è la politica a dover decidere in questi casi». Il leghista non vuole neppur sentir parlare di alimentazione forzata. «Non è una questione da affrontare in questo momento. Meglio sgomberare il campo dalle polemiche. Semmai vorrei capire che farà l’opposizione di fronte ai troppi atti di violenza che accadono». Ostellari ritiene che il caso Cospito non sia riuscito a mettere sotto accusa il 41 bis: «Non credo, il carcere duro è stato ideato per gravi fatti e viene applicato quando ci sono presupposti. Il governo non ha fatto passi indietro, né ha intenzione di farli».
Riguardo invece la polemica su Donzelli, Ostellari ribadisce: «L’informativa in parlamento del ministro Nordio è stata molto chiara, ne farà anche un’altra. Ma credo che gli italiani siano più interessati alla lotta a mafia e criminalità». La linea del governo Meloni è quella dell’estremo rigore: «Assolutamente si, ma non ci sottraiamo al dibattito sull’esecuzione reale della pena, che non vuol dire mettere un condannato in cella e gettare la chiave». Ostellari è tra chi ritiene che sia necessario investire molto sul lavoro dei detenuti affinché tornino nel sistema criminale. «I dati dicono che il lavoro funziona, ma sono insufficienti strutture e personale. Una prima risposta l’abbiamo data nella legge bilancio, per nuovi fondi e assunzioni, ma c’è da fare molto di più». Il problema è che il sistema giudiziario italiano è sempre in ritardo, questo perché «è stato sempre visto come spesa e non come investimento per troppo tempo. Sul lavoro in carcere la sinistra ha fatto tante chiacchiere e poco altro. Ora una maggioranza ampia e un governo stabile porteranno avanti i progetti».