Ne avevamo parlato qualche giorno fa, dell’arresto del rapper catalano Pablo Hasél, che nelle sue canzoni e in un tweet aveva insultato la famiglia reale. Condannato a ben nove mesi di carcere, per lui si erano mossi oltre 200 personalità dell’arte e dello spettacolo chiedendone la liberazione. Ma adesso è scoppiata la rivolta nelle strade: sono tre notti infatti che centinaia di dimostranti incendiano le strade di Barcellona protestando in suo nome. Dozzine i manifestanti fermati dalla polizia. A sostenere le proteste il partito di sinistra al governo, Podemos.
Barricate e lanci di molotov sono continuati anche ieri notte, bidoni della spazzatura sparsi per il centro della capitale della Catalogna, attacco alla redazione del quotidiano El Periodico. Mercoledì sera centinaia di persone si sono riunite a Puerta del Sol chiamata piazza di Madrid per il rilascio di Hasel, lanciando bottiglie contro la polizia. 55 le persone ferite tra cui 35 agenti.
I SOCIALISTI ACCUSANO PODEMOS
Il direttore della forza di polizia regionale della Catalogna, Pere Ferrer, ha detto che gli agenti hanno dovuto affrontare uno “scenario altamente complesso” a causa dell'”alto volume di disordini pubblici” che includeva i saccheggi. Pablo Hasél, noto per le sue opinioni di estrema sinistra, è stato arrestato venerdì per non essersi consegnato alla polizia per dare inizio a una condanna a nove mesi per i tweet che definivano l’ex re Juan Carlos I un boss mafioso, accusando la polizia di torturare e uccidere manifestanti e migranti, e sostenendo il terrorismo. C’è però un altro problema: il cantante sarebbe stato condannato anche a due anni e mezzo di detenzione per aver minacciato di uccidere un uomo in un bar. Gli incidenti stanno provocando anche una crisi di governo con il primo ministro socialista che accusa Podemos di incoraggiare le violenze.