Paola De Micheli, esponente del Partito Democratico, è intervenuta ai microfoni di “Coffee Break Estate”, trasmissione in onda su La 7, per parlare della pandemia di Coronavirus per quanto concerne gli aspetti connessi ai trasporti e alle certificazioni necessarie in Italia. Secondo la rappresentante dem, sulla questione del trasporto pubblico locale non si poteva fare di più di quello che si è fatto. In particolare, “per i trasporti su gomma non si può far viaggiare e riempire soprattutto le grandi città solo di pullman aggiunti – ha asserito –. La differenza è che oggi abbiamo il vaccino, che è l’arma vera”.
A suo giudizio, per valicare la questione specifica dei trasporti e le questioni discriminatorie attorno al Green Pass, c’è una sola soluzione: l’introduzione dell’obbligo del vaccino. “Se a settembre 2020 ci fosse già stato il vaccino obbligatorio, l’inverno scorso sarebbe stato sicuramente diverso – ha detto -. Noi non possiamo permetterci i dati allarmanti che l’Oms lancia per l’Italia e per l’Europa per il prossimo autunno .Alcune Regioni non si sono dimostrate all’altezza della situazione l’anno scorso e quest’anno mi auguro che non sia così in termini di organizzazione”.
PAOLA DE MICHELI RIPRESA DA FABIO RAMPELLI: “SI ARRAMPICA SUGLI SPECCHI”
Alle parole di Paola De Micheli, tuttavia, hanno fatto eco quelle, contrariate, di Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera appartenente politicamente a Fratelli d’Italia. Nel corso della sua replica, egli ha manifestato preoccupazione per settembre, considerata la ripresa delle attività scolastiche e lavorative in presenza (per molti lavoratori, infatti, cesserà il regime di smart working, ndr).
“È logico che ciascuno di noi coltivi un pezzettino di preoccupazione per essere concentrati e risolvere i problemi – ha affermato –. De Micheli ha fatto una difesa d’ufficio, si sentivano le sue unghie stridere sugli specchi. Il sistema dei trasporti e quello scolastico dovrebbero prevedere sistemi di sanificazione, sino a questo momento inesistenti. Quando si è arrivati a dama, purtroppo, lo si è fatto in maniera tardiva e oggi il Green Pass viene interpretato dall’esterno come una sorta di ricatto”.