Appartengono a Paola Landini le ossa e le due pistole ritrovate a Sassuolo dal soccorso alpino? Il compagno: "Almeno avremmo un luogo in cui piangerla"
Una decisione affatto casuale, dal momento che la donna era scomparsa proprio in quell’area, in circostanze avvolte ancora oggi da un alone di mistero. Come scrive il quotidiano “Il Resto del Carlino”, il procuratore di Modena Giuseppe Di Giorgio avrebbe sollecitato i medici legali affinché vengano effettuate “indagini rapide su ossa e pistole”, per formulare eventualmente un’ipotesi di reato. Sì, perché accanto ai resti umano, sono state rinvenute due pistole, che ovviamente dovranno ora essere esaminate.
PAOLA LANDINI, IL COMPAGNO: “ALMENO AVREMMO UN LUOGO DOVE PREGARE”
Sul ritrovamento dei resti di una donna a Sassuolo, in Emilia-Romagna, si è dunque fatta largo la pista che condurrebbe a Paola Landini, considerato anche che lei era una frequentatrice del poligono di tiro (le pistole vicino alle ossa potrebbero essere un indizio, ndr), dove si recò prima che facesse perdere del tutto le sue tracce. Sempre su “Il Resto del Carlino”, il compagno della Landini, che da nove anni non riesce a darsi pace per la mancanza di risposte alle sue continue domande sulle sorti della sua dolce metà, ha affermato: “Se venisse confermato che si tratta di lei, almeno sapremmo il luogo dove portare un fiore e recitare una preghiera“. Occorre precisare che le ossa e le due pistole sono stati rinvenuti durante le operazioni condotte in zona dal soccorso alpino, impegnato nelle ricerche del giovane Alessandro Venturelli, il 21enne scomparso lo scorso dicembre e del quale non si sono avute più notizie.
