Paolo Borsellino, film di Canale 5 diretto da Tavarelli
Martedì 18 luglio, Canale 5 manda in onda alle 21.20 il film italiano biografico del 2004 Paolo Borsellino, prodotto da Pietro Valsecchi per Taodue Film, RTI. La regia è di Gianluca Maria Tavarelli.
Il regista ha esordito nel 1989 con Dimmi qualcosa di te, un cortometraggio che gli ha fatto ottenere diversi riconoscimenti. Nel 1994 ha debuttato al cinema con Portami via. Di recente ha diretto Una storia sbagliata e Le cose che restano.
Giorgio Tirabassi recita nel ruolo di Paolo Borsellino
Nel film Paolo Borsellino, il ruolo principale è interpretato dall’attore Giorgio Tirabassi, vincitore nel 1999 dei Nastri d’Argento per essere stato il migliore attore non protagonista in La cena. Uno dei primi a notare le sue qualità di attore è stato il compianto Gigi Proietti, che lo ha voluto nella sua compagnia teatrale. Da questa esperienza in poi Tirabassi ha ricoperto ruoli importanti in film per la tv e per il cinema. I suoi più recenti lavori sono Il grande salto e Il primo giorno della mia vita. Nel cast troviamo anche Daniela Giordano, Giulia Michelini, che qui intrerpreta Lucia, la figlia del magistrato, Ennio Fantastichini e Andrea Tidona.
Paolo Borsellino, la trama
Paolo Borsellino racconta la storia del giudice dal 1980, quando gli viene affidato l’incarico di seguire le indagini sulla morte del capitano dei carabinieri Basile, ucciso a Palermo dopo aver consegnato un dossier contenente le attività illecite di alcune cosche mafiose, in particolare quella dei Corleonesi con a capo Totò Riina. Borsellino costituisce un pool antimafia formato da uomini fidati di cui fa parte anche Giovanni Falcone. Le indagini portano a due chimici francesi, pagati per raffinare un’enorme quantità di morfina proveniente dalla Turchia e trasformarla in eroina da mettere sul mercato. Il pool scopre anche che dietro questo traffico ci sarebbero alcune banche impegnate a riciclare il denaro proveniente dalla vendita della droga. Man mano che il “marcio” viene a galla, la vita di questi uomini è sempre più a rischio, comprese quelle delle loro famiglie.
Borsellino viene accusato dalla moglie e dai figli di non essere presente, le condizioni fisiche di sua figlia Lucia peggiorano fino a precipitare quando il giudice Chinnici, un suo amico e confidente, rimane vittima di un attentato. Intanto il giudice Caponetto suggerisce a Falcone di contattare Buscetta in carcere e chiedere la sua collaborazione in qualità di pentito. Grazie alle rivelazioni di Buscetta, molti mafiosi vengono arrestati e Borsellino e Falcone chiedono di istituire un maxi-processo.
Nel frattempo altri due uomini del pool vengono uccisi e i due magistrati sono costretti a trasferirsi al carcere dell’Asinara per continuare ad indagare. Mentre Borsellino continua ad indagare partendo da Marsala, un pentito lo informa di essere in pericolo di vita. Falcone viene ucciso e Borsellino decide di continuare le sue indagini. Intanto arriva la notizia di un carico di dinamite destinato a lui. Borsellino congeda gli uomini della sua scorta, perché è consapevole che ha i giorni contati, ma loro decidono di stargli accanto. Tra i suoi uomini ci sono due traditori, Paolo Borsellino verrà ucciso il 19 luglio 1992 in un attentato in via D’Amelio, mentre citofonava alla madre per salutarla.