Paolo Mieli, l'ex direttore del Corriere della Sera, ricorda Ennio Morricone e sul Governo Conte: "può durare all’infinito finché..."
Paolo Mieli ricorda Ennio Morricone
Paolo Mieli, l’ex direttore del Corriere della Sera, ha ricordato Ennio Morricone, il compositore e direttore d’orchestra scomparso in questi giorni all’età di 91 anni. Un ricordo sentito e sincero quello fatto dal giornalista che parlando del compositore ha detto: “Ennio Morricone ha fatto tutta la gavetta, il Conservatorio e poi è arrivato alla musica dei film grazie a Sergio Leone”. Poi il giornalista ha condiviso un particolare della carriera di Morricone: “la cosa che mi ha sempre colpito è che tutte le prime colonne sonore le firmare con uno pseudonimo, quindi non ha mai avuto il pranzo servito”. Mieli parlando sempre del geniale artista ha sottolineato: “è stato uno di quegli italiani che si è fatto da solo, senza aiuti. Ogni gradino della sua lunga carriera, lui se lo è fatto. Non era un uomo di conventicole, questo era molto bello di Ennio Morricone fino ad arrivare al grande cinema americano”. Un lunghissimo ricordo quello di Paolo Mieli che ha citato anche il regista americano Quentin Tarantino che ha lavorato proprio con Ennio Morricone rivelando: “lui ha detto che era meglio di Mozart e Beethoven”. Sul finale poi il plauso ad un’artista che non si è mai sentito una star: “Ennio fino all’ultimo giorno senza montarsi la testa e fare il fenomeno. Questa è l’Italia vincente, l’Italia che lavora. Sono dispiaciuto che sia morto, ma contento che abbia fatto in tempo a conoscere questa ultima grande stagione, quella del Covid, una stagione dolorosa, ma anche importante e significativa che merita di essere stata conosciuta”.
Paolo Mieli sul Governo Conte e sulla gestione Coronavirus
Non solo, Paolo Mieli ospite de L’Aria che tira, si è soffermato a parlare anche del Governo Conte dicendo: “questo governo può durare all’infinito finché è garantito dalla mancanza di alternative. Io mi attengo, sono un italiano ligio, mi attengo a quello che dice il Presidente del Consiglio, basta chiacchiericcio e vediamo i provvedimenti quando saranno presentati”. Lo storico e giornalista non ha mancato poi di polemizzare dicendo: “si accavallano provvedimenti a provvedimenti, gli annunci non mancano in questa stagione poi bisogna vederli anche alla resa pratica. Io se potessi dare un suggerimento, un consiglio, farei meno annunci epocali, fossi nei panni di Conte sarei più prudente. Mi sembra che in questa stagione gli italiani siano più attenti delle cose di cui abbiamo parlato prima, poi si vedrà la resa pratica”. Non solo, parlando di una possibile seconda ondata del Coronavirus nei prossimi mesi, Mieli ha precisato: “è molto improbabile che il coronavirus si ripresenti in autunno nei termini in cui si è presentato tra febbraio e marzo, un altro lockdown non ci sarà. Ma è molto probabile che questi focolai continuino a presentarsi, anche perché è una malattia mondiale che si diffonde anche con i viaggi”. Il giornalista però ha promosso a pieni voti la gestione della pandemia da parte del governo Conte: “c’è stato un combinato di sforzi tra governo e italiani e tutto ha funzionato alla perfezione, almeno fino al momento delle riaperture. A quella fase il voto è 8”, mentre boccia la ripartenza a cui dà un 4: “non abbiamo un esempio di ripartenza andata con i fiocchi, ci sono tanti problemi e nessuna idea chiara sui tempi di un ritorno ad un regime normale”.
