Papa Francesco, rivelazioni del Piccolo sul presunto piano per ucciderlo: caccia ai complici del 46enne turco, che si difende e afferma di non c'entra nulla

Nonostante la precisazione della Questura di Trieste, che non ha riscontrato evidenze di un progetto omicida contro Papa Francesco, Il Piccolo torna sul caso del presunto piano per sparare a Bergoglio, rivelando che gli inquirenti starebbero dando la caccia ad altri tre uomini.

L’unico arrestato è il 46enne turco, detenuto nel carcere di Trieste, che ha fatto sapere tramite il suo legale di non avere nulla a che fare con quella pistola. «Me l’ha messa qualcuno nella valigia», ha dichiarato Hasan Uzun, indicato dal giornale come l’uomo sospettato di aver preso parte a un piano dell’Isis turco per uccidere l’allora pontefice.



Papa Francesco durante l’udienza generale in piazza San Pietro, Città del Vaticano, 13 marzo 2024 (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

Il turco, che si trova da due mesi in una cella di isolamento, ha autorizzato il suo legale a trasmettere le sue dichiarazioni a Il Piccolo per difendersi. Ma per la Procura sarebbe stato lui a portare il trolley in cui è stata trovata la pistola con le munizioni.



INDAGINI SUL PRESUNTO PIANO CONTRO PAPA FRANCESCO?

Anche se la Questura ha negato evidenze di un piano terroristico, il giornale cita una nota di intelligence dal contenuto inquietante, perché parla di un «possibile progetto di attentato» contro Papa Francesco da parte dell’Isis turco.

Il quotidiano precisa che questo passaggio è presente nell’ordinanza con cui è stata applicata la misura cautelare in carcere per il turco nel 2024.

L’inchiesta ha portato all’arresto del 46enne turco, ma pare che gli inquirenti vogliano risalire alla presunta organizzazione terroristica e agli eventuali complici. Sarebbe questo il rebus investigativo attuale.



A tal riguardo, ci sarebbero altre tre persone riprese dalle telecamere, di cui due nel bar della stazione ferroviaria, mentre «spostano e osservano» il trolley. Ci sono poi le immagini che mostrano il turco mentre compra una SIM e distrugge quella già in suo possesso. Agli atti è indicata la presenza anche di un altro uomo.

IL 46ENNE TURCO: “TERRORISMO? NON CAPISCO…”

Il detenuto, comunque, continua a ribadire la sua estraneità, a non spiegarsi perché sia in isolamento e segnala che non ci sono le sue impronte su quell’arma. «Non capisco su quali basi mi venga attribuito un coinvolgimento con il terrorismo», ha aggiunto il 46enne turco, ribadendo di non avere nulla a che fare con complotti e attentati.

Tramite il suo legale ha fatto sapere che si stava recando in Germania dal Montenegro, quindi era di passaggio a Trieste. Nega anche di aver distrutto la SIM, ma si dice pronto a un interrogatorio e a collaborare.