Come sta Papa Francesco, ultime notizie su condizioni di salute dopo bollettino: "Nessun rialzo delle infezioni". Ma permane rischio polmonite ab ingestis
“COME STA PAPA FRANCESCO? SITUAZIONE COMPLESSA”
Ore di attesa per i fedeli, di valutazioni per i medici di Papa Francesco, che domani non reciterà l’Angelus per la terza domenica di fila, limitandosi a diffondere il testo scritto tramite i media, come deciso dallo stesso pontefice. I medici, invece, potrebbero sciogliere i dubbi sugli eventuali effetti della crisi di broncospasmo accusata ieri, visto che era stato riferito che sarebbero stato necessario più tempo per una valutazione più precisa.
Di certo c’è che la situazione medica di Papa Francesco è complessa, motivo per il quale si prevede una degenza lunga. Nelle ultime ore sono arrivate altre informazioni sulle condizioni del Santo Padre che, ad esempio, mangia cibi solidi, quindi non viene alimentato per via endovenosa. Inoltre, le stesse fonti vaticane, che si aggiungono all’ultimo bollettino, hanno fatto sapere che Papa Francesco può muoversi e camminare, compatibilmente con i suoi noti problemi di deambulazione.
“NON INTUBATO, USATA MASCHERINA”
Ad esempio, oggi Papa Francesco ha pregato per circa venti minuti nella piccola cappella vicino alla sua stanza ospedaliera. Inoltre, positiva è l’assenza di leucocitosi perché, come evidenziato da Repubblica, ciò fa presupporre che non ci sia stato un rialzo delle infezioni. Se il quadro è difficile e stabile, l’umore comunque resta buono.
Nelle ultime ore sono emerse anche delle precisazioni in merito alla crisi di broncospasmo avuta venerdì pomeriggio. Ad esempio, Papa Francesco non è stato intubato, ma è stato aiutato con la ventilazione meccanica, utile per soffiare aria nei polmoni con una mascherina: si tratta di un livello superiore rispetto all’ossigenoterapia ad alti flussi a cui era stato sottoposto fino a quel punto, anche fino alla crisi, e che poi è stata alternata alla ventilazione meccanica.
DAL RISCHIO SEPSI A QUELLO DI POLMONITE AB INGESTIS
Quella crisi ha confermato la delicatezza delle condizioni di salute di Papa Francesco. Come evidenziato dal Corriere della Sera, il rischio al momento è rappresentato dall’eventualità che l’infezione si estenda ad altri organi, una condizione che in medicina viene definita “sepsi“. A tal proposito, ieri è stato precisato che la crisi vissuta da Papa Francesco non ha convolto altri organi.
Ma le 24-48 ore di valutazioni servono anche a capire se effettivamente c’è anche un rischio di polmonite ab ingestis, cioè da ingestione, perché c’è stata una inalazione del contenuto del tratto gastroenterico che è dannoso per il tessuto dei polmoni.
Questo tempo serve a capire se si è trattato di un episodio isolato o il segnale di un nuovo peggioramento per Papa Francesco. Lo ha spiegato anche il professor Francesco Blasi, direttore della Pneumologia del Policlinico di Milano e ordinario di malattie dell’apparato respiratorio all’università meneghina.
All’Adnkronos ha spiegato che di solito questa polmonite insorge 24-48 ore dopo l’inalazione, per questo è stato citato questo lasso temporale come orizzonte entro cui valutare meglio il quadro clinico di papa Francesco. Queste sono, quindi, ore importati per comprendere se è emerso un altro problema o se invece il rischio è stato scongiurato.
