Papa Francesco: “Ucraina abbia il coraggio della bandiera bianca, negozi”/ “Gaza? Guerra tra irresponsabili”

- Silvana Palazzo

Papa Francesco chiede all'Ucraina di avere il coraggio della resa, della bandiera bianca: "Non abbia vergogna di negoziare con la Russia". E sulla guerra a Gaza parla di "due irresponsabili"

Papa Francesco, Vaticano Papa Francesco in Vaticano (Ansa, 2024)

L’Ucraina non deve avere paura di sventolare la bandiera bianca e di chiedere alla Russia di negoziare la pace. Ma questo non vuol dire arrendersi per Papa Francesco, che nell’intervista rilasciata a inizio febbraio al magazine culturale Cliché parla anche della guerra a Gaza. Anticipata da alcune agenzia, tale intervista verrà trasmessa dalla Radio Televisione Svizzera (RSI) il prossimo 20 marzo, ma Vatican News ne ha diffuso il testo integrale. «Dobbiamo andare avanti. Tutti i giorni alle sette del pomeriggio chiamo la parrocchia di Gaza. Seicento persone vivono lì e raccontano cosa vedono: è una guerra. E la guerra la fanno due, non uno. Gli irresponsabili sono questi due che fanno la guerra», dichiara il Santo Padre, sottolineando che oltre a una guerra militare ve ne sia un’altra, quella condotta da Hamas. In ogni caso, non bisogna perdere la forza di mediare. Ciò vale anche per l’Ucraina. «Credo che è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. E oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali».

Di sicuro, i negoziati richiedono coraggio per Bergoglio: «Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà?». Invece, bisognerebbe cercare mediatori. Tanti Paesi sono disposti a farlo: Papa Francesco cita, ad esempio, la Turchia. «Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore». Lo stesso pontefice è disposto a fare da intermediario. «Io sono qui, punto». Il Santo Padre racconta di aver inviato una lettera a Israele per riflettere sulla situazione. «Il negoziato non è mai una resa. È il coraggio per non portare il Paese al suicidio».

PAPA FRANCESCO RICORDA LA PREGHIERA A SAN PIETRO NEL 2020

Papa Francesco nell’intervista ricorda anche la preghiera del 2020 in piazza San Pietro durante la pandemia Covid. «È stata una cosa spontanea, fatta senza accorgermi che avrebbe avuto un grande significato, una cosa spontanea, sia la solitudine sia la preghiera». In quel momento Bergoglio non era neppure consapevole che il suo messaggio stava entrando in tutte le case. «Non mi sono accorto della trascendenza che ha avuto quel momento. Anche io ero provato. Avevo quella sofferenza e avevo il dovere del mediatore, del prete, di pregare per il popolo che soffre». Bergoglio sentiva anche la solitudine, il peso della responsabilità da portare. In realtà, non è mai cambiato.

Ma il pontefice si smarca: «Non dobbiamo drammatizzare. Tutti abbiamo delle responsabilità nella vita. E il Papa ha una responsabilità più grande: un capo di Stato più grande, un prete, una suora sono responsabili di testimonianza. Per me, per esempio, è più la responsabilità della testimonianza che quella delle decisioni. Perché con le decisioni mi aiutano in tanti qui dentro, preparano, studiano, e mi danno qualche soluzione. Invece, nella vita quotidiana, non hai tanto aiuto. Le decisioni sono anche pesanti». Nell’intervista Bergoglio torna ad attaccare l’industria delle armi che guadagna dalla morte. «La guerra è una pazzia, è una pazzia».

“DIETRO LA GUERRA C’È L’INDUSTRIA DELLE ARMI”

Ma soprattutto la guerra non è mai giusta per Papa Francesco: «C’è chi dice, è vero ma dobbiamo difenderci… E poi ti accorgi che hanno la fabbrica degli aerei per bombardare gli altri. Difenderci no, distruggere. Come finisce una guerra? Con morti, distruzioni, bambini senza genitori. Sempre c’è qualche situazione geografica o storica che provoca una guerra… Può essere una guerra che sembra giusta per motivi pratici. Ma dietro una guerra c’è l’industria delle armi, e questo significa soldi». Riguardo il peccato, il Papa riconosce poi che tutti gli uomini sono peccatori, anche lui.

Il suo rapporto con l’errore, infatti, è molto forte: «Quanto più una persona ha potere (tanto più) corre il pericolo di non capire le scivolate che fa. È importante avere un rapporto autocritico con i propri errori, con le proprie scivolate», spiega Bergoglio nell’intervista a Cliché. Non bisogna sentirsi sicuri quando si ha potere, perché si cade nella tentazione dell’onnipotenza. «Tutti dobbiamo essere maturi nei nostri rapporti con gli errori che facciamo, perché tutti siamo peccatori», avverte il pontefice. C’è poi una società che può essere ipocrita, come quando scatena le guerre e poi manda aiuti umanitari: «Sì alle volte sono umanitari, ma sono per coprire anche un senso di colpa. E non è facile».





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