L'Udienza Generale di Papa Leone XIV con l'annuncio di un nuovo digiuno per la pace venerdì 22 agosto. La catechesi su perdono, amore e libertà
IL PERDONO DI CRISTO E LA LIBERTÀ (ANCHE DI TRADIRE): LA SORPRENDENTE UDIENZA GENERALE DEL PAPA
Se il mondo dell’informazione, cattolico e non, titolerà e si concentrerà sull’importante nuovo appello di pace lanciato da Papa Leone XIV al termine dell’Udienza Generale del 20 agosto 2025 non sarà certo un errore, ma un peccato quello sì. Perché oltre alla proposta del digiuno per la pace previsto per venerdì prossimo – di cui parliamo ampiamente qui sotto, ndr – è la catechesi del Santo Padre appena ritornato in Vaticano dopo una settimana a Castel Gandolfo che dovrebbe colpire e sconvolgere, tanto i fedeli quanto i “curiosi” dell’esperienza umana e culturale che è la Chiesa di Cristo.
Nel ciclo di catechesi dedicato in questo anno Giubileo 2025 a “Gesù Cristo nostra speranza”, l’Udienza Generale del mercoledì oggi si è soffermata sul particolare dell’Ultima Cena nello scambio tra Gesù e Giuda Iscariota: il dolore, la sofferenza del tradimento, ma anche l’amore del perdono che libera e lascia liberi. Papa Leone XIV ha voluto così soffermarsi sul gesto forse più sconvolgente dell’intero Vangelo del Signore, ovvero quando poco prima di essere tradito e arrestato Gesù si rivolge a Giuda nell’ultimo estremo tentativo di amore.
«Gesù li amò sino alla fine»: ecco dunque il tema chiave, quell’amore che non viene meno neanche davanti alla profonda delusione, al tradimento più grande, mentre è solo il Figlio di Dio che può sgeliate il momento in cui «il suo amore dovrà passare attraverso la ferita più dolorosa, quella del tradimento». Ma anche qui, rivela il Santo Padre nella catechesi, dove tutti si ritirerebbero, si difenderebbero in qualche modo o contrattaccherebbero, ecco che il Signore lava i piedi e porge il pane al suo traditore. Il Papa mette bene in evidenza che non si tratta di un gesto che ignora il male che sta per compiersi, ma anzi è il bene più grande che “sfida” il male e lascia l’uomo completamente libero anche di non accettare quel amore.
«Ha compreso che la libertà dell’altro, anche quando si smarrisce nel male, può ancora essere raggiunta dalla luce di un gesto mite»: il vero perdono, afferma Papa Leone XIV citando ancora i passi dell’Ultima Cena, non attende mai il pentimento umano, ma si offre per prima, è un sostanziale «dono gratuito prima di essere accolto». È vero che Giuda, come tanti altri nel resto dell’umanità fino ai giorni nostri, quel gesto d’amore non lo comprendono o lo rifiutano proprio per la presenza maligna del Diavolo: ma questo non toglie che lasciare la piena libertà è il dono più grande che Dio fa all’uomo, una libertà “pericolosa” (come la definirebbe Dostoevskij) ma pur sempre necessaria per poter accettare l’amore di Dio.
NUOVO APPELLO DI PACE DI PAPA LEONE XIV: “DIGIUNO VENERDÌ 22 AGOSTO, IL SIGNORE ASCIUGHI LE LACRIME DI CHI SOFFRE”
Cristo non permette mai che il male abbia l’ultima parola, mentre fonda tutto sul perdono come potenza più manifesta della speranza incarnata dall’amore di Dio: «il perdono libera chi lo dona e restituisce pace», anche quando tutto sembra perduto, le relazioni divise e le speranze pari allo zero. Perdonare, ammette che il bene possa vincere sul male, è l’atto più grande d’amore che tutti – non solo i cristiani – possono sperimentare.
E in momenti di forte tribolazione internazionale come quelli che stiamo vivendo, le parole di Papa Leone XIV nell’Udienza Generale di oggi rappresentano un ulteriore iniezione di speranza pure nelle tenebre più oscure di guerre e violenze. Nei vari saluti finali ai pellegrini polacchi dopo la catechesi, il Pontefice chiede la preghiera con intercessione alla Madonna di Jasna Góra a Częstochowa affinché «intercetta per il dono di pace disarmata e disarmante per tutto il mondo».
Al termine dei saluti, è poi lo stesso Papa Leone XIV a rilanciare un nuovo appello di pace globale, partendo da un evento organizzato per venerdì prossimo 22 agosto 2025: nel giorno della Beata Vergine Maria Regina viene proposta a tutta la cristianità il digiuno mondiale per la pace, con annesse preghiere per supplicare il Signore che ci conceda lietamente «pace e giustizia», oltre ad asciugare le lacrime di chi soffre ancora oggi a causa delle guerre in corso.