L'omelia e l'Angelus di Papa Leone XIV per il Giubileo della Spritualità di Maria: la scintilla di pace in Medio Oriente e la liberazione del Signore

DALL’AUDACIA DEL DISARMO ALLA STRUMENTALIZZAZIONE DELLA FEDE: COSA HA DETTO PAPA LEONE XIV NEL GIUBILEO PER LA MADONNA

Nella lunga giornata di veglia ieri in Piazza San Pietro per il Rosario della Pace, Papa Leone XIV era stato nettissimo rivolgendosi ai leader delle nazioni: oggi quanto mai serve un vero disarmo, una vera politica di pace impregnata di dialogo e non di violenza, «un’audacia per disarmare il cuore», dato che se manca la pace tra di noi «non ci sarà mai una vera tregua nel mondo». Nella Santa Messa di oggi, celebrando il Giubileo della Spiritualità Mariana, è lo stesso Pontefice a ricordare come quell’audacia non possa avvenire senza una vera apertura di cuore legata alla fede in Chi testimonia quella pace.



Commentando il Vangelo di Luca odierno, Papa Leone XIV ricorda come sia solo Gesù a poter liberare l’umanità dal gioco della violenza e del male, ma serve la libertà e la continua adesione del cuore umano al Bene per poter realmente creare le condizioni di pace: la sequela al Cristo viene ostacolata di continuo dal maligno e dal proprio orgoglio, ma anche da fedi e confessioni che anestetizzano il cuore e impediscono veri incontri con chi il Signore mette sulla strada di ciascuno.



Papa Leone XIV celebra il Giubileo della spiritualità di Maria (ANSA 2025, Giuseppe Lami)

Nell’omelia della Santa Messa è dunque Papa Prevost a rilanciare l’appello a tutta la cristianità, e non solo, m per non farsi mai strumentalizzare dalla fede, che può trasformare i poveri e i diversi «in nemici, in lebbrosi da evitare». Maria invece con Gesù guida il cammino per riscoprire la vera fede, quella che rende attuale ancora oggi tutta la «tenerezza e maternità» della Madonna nel guidare i figli verso il bene supremo di ognuno. Nel mondo sempre più diviso e fratturato, la spiritualità cristiana rimanga viva per renderla ulteriore «motore di rinnovamento e di trasformazione, come chiede il Giubileo».



LA “SCINTILLA” E LA SOFFERENZA: LA CHIESA CON MARIA PER TESTIMONIARE L’UNICA VERA PACE

Al termine della lunga celebrazione per il Giubileo della Spiritualità di Maria, nell’Angelus a “braccio” Papa Leone XIV ringrazia lo spirito di dialogo messo in campo da vari attori internazionali – su tutti gli USA di Trump, assieme ai Paesi Arabi – per l’abbrivio di un vero accordo di pace siglato in Egitto per porre fine alla guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. La gioia e la soddisfazione evidenziati dalla Chiesa anche negli scorsi giorni viene confermata dal Pontefice durante l’Angelus, in quanto regala «una scintilla di speranza per la pace in tutta la Terra Santa».

L’augurio di Papa Leone XIV è che ora si possa procedere con tutte le parti per un vero percorso di pacificazione che conduca ad una soluzione di pace «giusta, duratura e rispettosa» delle varie anime presenti in Medio Oriente: per il Santo Padre sono tanto il popolo palestinese quanto quello israeliano che meritano pace e diritto all’esistere dopo due anni di massacri e morti ingiuste. Il Papa, con l’intera Chiesa, si fa vicino al dolore immenso in Terra Santa e rivolge a tutte le genti di quell’area «la carezza del Signore», di quel Nazareno che rende certo il Bene anche dentro il «buio più nero».

Secondo Leone XIV, come scritto perfettamente nella esortazione apostolica “Dilexi te” uscita questa settimana, è in quel “Ti ho amato” che risuona il cambio di prospettiva che serve oggi al mondo: no strumentalizzazioni, no “buoni sentimenti” ma una carezza di pace che guarisce tutte le ferite e aiuta ciò che per natura sembrava impossibile prima della venuta del Salvatore.

Come dice al termine dell’Angelus, oggi come sempre «occorre riscoprire l’altro non come nemico ma come fratello», un prossimo a cui guardare e perdonare offrendo sempre la piena speranza di riconciliazione. Prima della preghiera per le vittime del lavoro (giornata nazionale in Italia oggi 13 ottobre 2025) e del monito al suo amato Perù (dove ha trascorso 20 anni da missionario, ndr) per una serena transizione politica, il Santo Padre non dimentica gli scenari di guerra in Ucraina: «nuovi attacchi contro civili e infrastrutture, il mio cuore si unisce alla sofferenza» della gente dopo 4 anni di angoscia e devastazione. L’invito del Papa è per una nuova apertura al dialogo di pace che fermi la becera distruzione.