I primi 100 giorni del Pontificato di Papa Leone XIV letti da don Regoli: contro gli strascichi del Concilio Vaticano II, per la centralità di Cristo sempre
LA CENTRALITÀ DI CRISTO E UNA COMUNICAZIONE DI FEDE “NON MONDANA”: I PRIMI 100 GIORNI DI PAPA LEONE XIV
I primi 100 giorni alla guida della Chiesa Cattolica hanno visto per Papa Leone XIV un contesto internazionale e uno scenario mondiale tra i più complicati degli ultimi secoli, eppure la sua mitezza unita alla forza di comunicare la fede lo hanno già fatto ben volere dal popolo cristiano, sorprendendo i “non addetti ai lavori” per il suo stile non mondano. Come racconta bene don Roberto Regoli, docente di Storia Contemporanea della Chiesa e storico del Papato, già dalla scelta del nome Papa Prevost si intuisce la propria peculiare forza di testimonianza.
Intervistato da “La Verità”, don Regoli parla dell’unità e della comunione tra tutti i cristiani come cifre immediate dal nuovo Pontificato di Leone XIV: il Papa propone la sua via superando tutte le varie «diatribe sull’interpretazione del Concilio Vaticano II, così come tutti gli strascichi degli anni Settanta». È un Papa che va oltre le tifoserie, che non vuole ridursi ad essere il “successore” di Benedetto XVI o di Francesco, ma che incarna la propria idea di fede testimoniando semplicemente il Vangelo di Cristo.
Sempre per il docente esperto, anche dai discorsi fatti da Papa Leone XIV si ode distintamente la contrarietà ad un linguaggio di fede troppo schiacciato sulla mondanità (e la banalità): si parla di e per Cristo, con i primati della comunione e della carità, insistendo poi anche sulla «dignità della persona umana con le varie esigenze sociali». Ha dato un orizzonte spirituale al proprio Pontificato, magari rendendosi un po’ più “distante” e criptico per chi non cede, ma lo ritiene un valore inestimabile fondare il proprio discorso di Ponteice sui cardini «teologici e cristologici», lontano per l’appunto da un linguaggio «mondano e politico».
DON ROBERTO REGOLI ‘LEGGE’ IL PONTIFICATO DI PREVOST TRA GUERRE, USA E TEMI ETICI
È un Papa che rinsalda le disuguaglianze e le distanze presenti all’interno della Chiesa: secondo la lettura che fa don Regoli di questi primi 100 giorni di Pontificato, «vuole garantire l’unità confermando tutti nella Fede». È un discorso continuo quello di Papa Leone XIV sul cuore di Cristo, in relazione ai desideri e le esigenze del cuore umano: parla ai ragazzi – come abbiamo visto nel recente Giubileo dei Giovani – di fede e di verità, trovando intimità con Dio nella preghiera pur davanti ad un milione di persone.
Nel difficile contesto internazionale di guerre e violenze continue, Papa Leone XIV tiene dritta la “barra” della pace, ma anche qui senza coinvolgimenti sul linguaggio irenista e “utopico” che troppo spesso riempie la cultura anche occidentale. La pace che richiama costantemente Papa Prevost è quella del Cristo Risorto, «non si arrende al relativismo e parla di verità ai giovani», conclude don Regoli nella sua disamina sulla “Verità”, citando la modalità di cattolicesimo tutt’altro che timido che invita all’amicizia come metodo umano per cambiare il mondo.
Amicizia con la Chiesa americana da cui proviene, amicizia con le periferie del mondo – lui essendo stato profondo missionario – ma anche amicizia all’interno della Chiesa, dopo aver diretto la Congregazione dei Vescovi fino alla nomina in Conclave.