Cardinale Patrolin nel Duomo di Napoli per la liquefazione straordinaria del Sangue di San Gennaro: l'appello di pace e il dramma di Gaza, “speranza resta”
LA LIQUEFAZIONE STRAORDINARIA DEL SANGUE DI SAN GENNARO E LA PREGHIERA PER LA PACE CON IL CARDINALE PAROLIN
Con un solo precedente nella storia (era l’1agosto del 1389), si è sciolto in via del tutto straordinaria il sangue di San Gennaro nella cerimonia di liquefazione avvenuta oggi nel Duomo di Napoli in vista dell’apertura della Settimana Liturgica nazionale: alla presenza anch’essa straordinaria del Segretario di Stato in Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, la liquefazione è avvenuta con il “sangue di San Gennaro” che ha ripetuto il “miracolo” dopo il già precedente felice dello scorso dicembre 2024.
Alla presenza dell’arcivescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia, e assieme allo stesso Card. Parolin – che ha portato in dono un messaggio di benedizione di Papa Leone XIV – l’abate della Cappella del Tesoro di San Gennaro poco prima delle ore 18 ha annunciato a tutti i fedeli che nella teca con le reliquie del Santo patrono di Napoli il sangue è si è presentato in forma completamente liquida.

In giorni complicati e drammatici per quanto avviene in tante guerre sparse per il mondo, con l’ansia per dei negoziati di pace che in Ucraina e Medio Oriente stentano a decollare nonostante gli sforzi della comunità internazionale, la Chiesa si stringe attorno al Santo Padre e alla speranza incarnata da quel Cristo che non desiste mai nell’abbandonare il cuore dell’uomo. Pure di quanti responsabili per orrori e violenze contro l’umanità: come ha detto oggi Papa Leone XIV nel messaggio ai ministranti in arrivo dalla Francia, è solo Gesù che può venire a salvarci», è solo la Sua pace che può inondare il mondo attraverso coloro che ricambiando questo amore gratuito e indistruttibile.
SEGRETARIO DI STATO VATICANO: “ALLIBITI PER QUANTO VISTO A GAZA. SERVE PREGARE E TESTIMONIARE LA PACE”
Nel messaggio diretto alla comunità di Napoli e all’inizio della Settimana Liturgica, è ancora il Pontefice a mettere in chiaro la centralità dell’azione di Dio nell’animare la vita della Chiesa, invitando sempre alla comunione fraterna per riscoprire «la viva fede dell’incontro con il Signore». Raggiunto dai cronisti assiepati fuori dal Duomo di Napoli, il Card. Parolin si è soffermato sugli ultimi accadimenti in termini di guerre e di costante “pace mancata” che anche di recente Papa Leone XIV ha instancabilmente messo in luce come il vero problema del nostro tempo.

«Siamo allibiti e restiamo allibiti», ammette il Segretario di Stato in merito a quanto sta avvenendo nella Striscia di Gaza: come già spiegato nel recente passato, quella guerra e quelle condizioni della popolazione civile nella morsa tra Israele e Hamas «non ha senso» secondo Parolin. Da qui l’appello e la preghiera anche per l’intercessione di San Gennaro affinché «possa aiutarci a fare qualcosa».
Da Gaza all’Ucraina, il tempo odierno è attraversato da una “cultura” sempre più individualista e materialista, osserva il cardinale che ha guidato l’ultimo Conclave lo scorso maggio: «la liturgia ci insegna l’arte di imparare a resistere alla tentazione della rassegnazione disperata». I cristiani che ancora vivono all’interno della Striscia e che ogni giorno tentano di aiutare i civili inermi chiusi nella morsa della guerra insegnando proprio questa speranza “dura a morire”: come rileva il Card. Parolin, è nel mezzo delle macerie a Gaza che tanti fratelli e sorelle pregano il Signore Dio Padre.
Autentici testimoni di pace e di fede, persone a cui guardare per poter rilanciare l’opera di pace in tutto il mondo: «C’è bisogno di speranza per il mondo. Una speranza contro ogni speranza», citando l’Apostolo Paolo. Parolin invita la politica a fare di più per raggiungere la pace, mettendo in pratica i vari percorsi che lo Spirito continuamente dona all’umanità.
