Paziente oncologica Bergamo lamenta lista d’attesa di due anni/ Bertolaso: “Fake News”

- Davide Giancristofaro Alberti

Paziente oncologica Bergamo lamenta lista d'attesa di due anni. L'intervento dell'assessore Guido Bertolaso sulla vicenda che ha fatto il giro del web

Bertolaso, Lombardia Guido Bertolaso, assessore Welfare Regione Lombardia (Ansa, Mourad Balti Touati)

Sta facendo discutere, e non poco, il caso di una paziente oncologica di Bergamo. Secondo quanto riportato dalla stampa negli scorsi giorni, citando la Cgil di Bergamo, una donna di 55 anni doveva sottoporsi a quattro esami diagnostici in 120 giorni, leggasi una mammografia, un’ecografia mammaria, un Rx torace e un’ecografia dell’addome completo. “Al telefono, però, mi sono sentita rispondere – la nota della Cgil riporta le parole della paziente, nota pubblica dal Corriere della Sera – che le prime date disponibili per tutti e quattro gli esami sarebbero a fine 2025. Pur essendo io esente totale da ticket, cioè pur avendo diritto a non pagare nulla alla luce della mia patologia, nel sistema privato mi troverò a sborsare in totale 422 euro”.

Una situazione che ha fatto intervenire l’assessore al welfare di Regione Lombardia, Guido Bertolaso, che come si legge su Lombardianotizie.online ha parlato di fake news: “Si grida vergogna e si accusa la Regione – commenta l’ex numero uno della Protezione Civile – perfino di non rispettare la Costituzione. Se la notizia fosse vera avrebbero ragione a gridare allo scandalo. Ma così non è. Premesso che la Cgil di Bergamo, che in quest’ultimo periodo sta raccogliendo segnalazioni di cittadini e che ha pubblicato la notizia, non ci ha voluto fornire il nominativo della paziente per poter accertare nel merito il reclamo, cosa che fa credere che l’obiettivo non sia risolvere eventuali disservizi ma solo conquistare spazi sui giornali o prestare il fianco a polemiche politiche”.

PAZIENTE ONCOLOGICA BERGAMO LAMENTA LISTA D’ATTESA DI DUE ANNI: BERTOLASO: “POSTI DISPONIBILI”

Bertolaso racconta di come il Welfare lombardo siano andato a verificare se all’interno dell’Ats di Bergamo vi fossero disponibilità per fornire gli esami richiesti dalla paziente: “Ebbene – prosegue l’assessore – le abbiamo trovate, semplicemente utilizzando il portale regionale ‘Prenota salute’. La prima data disponibile per un’ecografia all’addome è il 7 maggio 2024, l’ecografia alla mammella l’8 marzo 2024, la mammografia il 17 aprile 2024 e l’Rx torace 8 marzo 2024, tutte quindi entro i 120 giorni previsti dalla classe di priorità riportata nelle sue prescrizioni”.

Bertolaso ha ricordato che le prestazioni vengono garantite all’interno della stessa Ats e non in una struttura che sceglie il cittadino, per poi aggiunge: “Non abbiamo mai nascosto che permangono alcune criticità su alcune visite o esami diagnostici, sui quali stiamo concentrando i nostri sforzi, nonostante le carenze di organico, ma siamo certi che questo non riguardi i controlli per i malati oncologici, che abbiamo sempre garantito, perfino nei periodi più bui della pandemia Covid”. L’assessore conclude dicendo: “Trovo spregevole che si faccia campagna elettorale su un argomento così delicato come la salute delle persone”.

PAZIENTE ONCOLOGICA BERGAMO LAMENTA LISTA D’ATTESA DI DUE ANNI: CGIL REPLICA A BERTOLASO

Pronta la replica della Cgil di Bergamo, che attraverso Marco Toscano, segretario generale provinciale, si è detta sconcertata: “Dalle dichiarazioni dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso – si legge sul Corriere della Sera – siamo certi che lo stesso sconcerto è condiviso dalle cittadine lombarde che negli ultimi mesi hanno cercato di fissare una mammografia, un’ecografia al seno o altri esami diagnostici per i quali è stato loro risposto che le attese vanno oltre l’anno”.

Stando alla Cgil la paziente in questione ha ricevuto come risposta, al momento di prenotare gli esami, che non vi era alcun posto per 3 dei 4 esami prescritti nei tempi opportuni, consigliandole quindi di provare in una struttura della provincia di Brescia. “La sola idea aggiungono i sindacalisti – che a qualcuno venga in mente di tacciare come fake – usando un linguaggio peraltro così violento, un caso come questo ci lascia senza parole. Alle insistenti richieste di un’addetta dell’ufficio stampa di Regione Lombardia di avere il nome della cittadina che ci ha segnalato la sua vicenda, abbiamo risposto di no, perché la signora ha preferito rimanere anonima”. Caso chiuso? Chissà.





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