Sono 89 i lavoratori del Pd in cassa integrazione, ma nessuno sarà licenziato: la conferma arriva direttamente dal tesoriere Michele Fina. “Il Partito Democratico non ha mai licenziato e non licenzierà nessuno“, le sue parole riportate da La Stampa, senza nascondere la sua rabbia nei confronti di chi ha messo in giro le voci su un destino segnato per i dipendenti in questione.
“Capisco il tentativo maldestro di indicare la “trave nell’occhio” di un partito che si batte per il salario minimo e per la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori ma non si gioca così con la vita delle persone, si vergognino”, l’affondo di Fina, in carica come tesoriere Pd da circa sei mesi e che si è trovato a gestire una criticità che si trascina ormai da quasi nove anni, a partire dalla progressiva cancellazione del finanziamento pubblico ai partiti.
Situazione esuberi nel Pd
“Il Pd ha visto ridursi il proprio bilancio a un ottavo per questo si è trovato in difficoltà con i suoi dipendenti, che all’epoca erano 176”, l’analisi del tesoriere Pd. Poi la cassa integrazione per crisi e la riorganizzazione, con la platea ridotta a 115 lavoratori tra pensionamenti e uscite volontarie. “Il punto è che, di questi 89, senza ammortizzatori sociali noi potremmo pagare gli stipendi a una sessantina o poco più quello è il numero a cui puntiamo in prospettiva. Ma ci arriveremo gradualmente, con pensionamenti ed esodi incentivati, in pieno accordo con i sindacati”, ha proseguito Fina, che non ha lesinato stoccate agli ex dem presunti responsabili, a partire da Matteo Renzi: una frecciata “a chi ci ha lasciato debiti assurdi, come quelli fatti con la costosissima campagna referendaria del 2016, che scontiamo ancora oggi”.