La pensione anticipata nel 2025 può esser raggiunta grazie alla cumulabilità con i fondi complementari.

Riuscire a godere della pensione anticipata 2025 soltanto con i soli strumenti dell’INPS, appare “impossibile”. Come unica soluzione – almeno fino ad oggi – si potrebbe optare all’adesione ai fondi complementari.

A meno che il sistema non cambi, le attuali stime fanno presupporre un’uscita per la vecchiaia a 70 anni, con adeguamenti sempre più penalizzanti e con le aspettative di vite che non accennano a diminuire.



Come accedere alla pensione anticipata 2025

Ad oggi per poter accedere alla pensione anticipata 2025 vige sempre la Riforma Fornero. Quest’ultima prevede l’uscita a 64 anni anziché 67, a patto che da quest’anno vengano versati un minimo di 25 anni di contributi, che prima del ’96 non sia stato pagato nessun contributo e che l’importo minimo del cedolino corrisponda ad almeno 3 volte l’assegno sociale (oggi al valore di1.616,04€), e quello massimo non oltre le 5 volte.



Ansa

Oggi la difficoltà più grande consisterebbe nel maturare i soli contributi pensionistici e raggiungere la condizione minima per uscire dal lavoro. E con il trascorrere del tempo le soglie d’accesso diventano sempre più stringenti e complesse.

Grazie alle misure previste nell’ultimo Bilancio, è possibile sfruttare il proprio fondo complementare come integrazione a quello pubblico, cumulando e accelerando il raggiungimento dello stato di quiescenza.

Soglie minime per accedervi

Anche se l’idea della pensione anticipata può allettare i contribuenti, per poter aderire è indispensabile raggiungere le condizioni minime richieste dalla Legge:



  1. Minimo contributivo: da quest’anno la soglia minima passa a 25 anni, per poi salire a 30 anni tra 5 anni.
  2. Soglia minima l’assegno sociale: entro massimo 3 volte a partire dall’anno 20230.
  3. Con l’anticipazione contributiva non è possibile far prevalere i redditi da lavoro dipendente a meno che non si tratti di lavoro occasionale.

Ricordiamo infine che l’ultima manovra di Bilancio ha vietato espressamente la cumulabilità dei redditi da lavoro subordinato (fino a 67 anni), qualora si percepisse la pensione anticipata contributiva, ad eccezione di chi esegue prestazioni di lavoro occasionale e lo fa entro i 5.000€ annui.