Le possibilità per uscire con la pensione anticipata per le donne potrebbero essere più vantaggiose rispetto a quelle per gli uomini. Ecco le misure.
Il sistema INPS garantisce svariati benefici sulla pensione anticipata per le donne, sicuramente molti di più rispetto a quelli destinati agli uomini. È però altrettanto vero che il sesso femminile, durante gli anni di lavoro, soffre maggiormente la discontinuità occupazionale e, conseguentemente, l’irregolarità della contribuzione.
Per colmare il gap di genere e compensare i periodi contributivi mancati, l’ente previdenziale mira a una tutela maggiore per le donne lavoratrici con figli. Le opzioni di pensionamento anticipato richiedono in media tra i 59 e massimo 66 anni di età anagrafica.
Le possibilità di pensione anticipata per le donne
Se è pur vero che la pensione anticipata per le donne è più accessibile rispetto alle misure per gli uomini, è altrettanto vero che alcune soluzioni sono penalizzanti, come, ad esempio, Opzione Donna (che potrebbe essere cancellata presto). Tale soluzione fa riferimento esclusivamente alle donne che, negli anni, hanno maturato molti anni di contribuzione. Ed è proprio qui il problema della misura, visto che, come abbiamo anticipato, le donne soffrono più discontinuità lavorativa: il sistema contributivo per loro è più svantaggioso rispetto a quello retributivo. Un importante beneficio dell’Opzione Donna sarebbe l’età minima con cui uscire dal lavoro (ovvero a 59 anni).
Fino alla fine di quest’anno, le donne che hanno maturato almeno 35 anni di contribuzione e che rientrano nelle categorie specifiche della misura (affette da invalidità, licenziate da un’impresa in crisi e caregiver) possono beneficiarne.
L’età entro cui accedere all’Opzione Donna dipende dalla presenza o meno, e dal numero di figli: le donne che non hanno figli potranno uscire dal lavoro a 61 anni, chi ne ha almeno uno a 60 anni e, da 2 in poi, a 59 anni.
In pensione con meno anni di contributi
Esiste ancora oggi una possibilità di poter andare in pensione con soli 20 anni di contribuzione. La misura è rivolta soltanto alle madri con figli che abbiano maturato almeno un contributo obbligatorio a partire dal 1° gennaio 1996. Per loro è possibile uscire dal lavoro 16 mesi prima in caso di 4 o più figli, oppure 4 mesi prima per ciascun figlio a carico.
Il beneficio si estende sia alle condizioni previste per la pensione anticipata sia per il trattamento di vecchiaia.
I limiti sul pensionamento anticipato
Il requisito – oltre a quelli già citati – è anche di tipo reddituale. Infatti, per le donne che escono dal lavoro secondo il sistema contributivo, l’importo della pensione dev’essere pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale. In caso di figli, però, il limite si riduce a 2,8 volte se vi è almeno un figlio, oppure a 2,6 volte in presenza di 2 o più figli. Infine, come ulteriore vantaggio, vi è la maggiorazione del coefficiente di trasformazione, che, in presenza di figli, aumenta (così da colmare la mancanza dei contributi utili all’aumento della pensione).
