Raggiungere la pensione di vecchiaia in Italia non è così facile, e la Uil ha dimostrato le differenze con il resto dei Paesi europei.
Recentemente il sindacato Uil ha denunciato che l’età per raggiungere la pensione di vecchiaia in Italia è molto più alta rispetto ad altri Paesi europei. Ma non è tutto, perché l’attuale soglia di 67 anni, tra 35 anni – secondo attuali stime – potrebbe raggiungere i 71 anni.
Tra le idee del leader di Uil, Pierpaolo Bombardieri, e secondo Santo Biondo, segretario confederale, serve un confronto con il Governo. Tra le proposte più concrete si potrebbe optare per mantenere Opzione Donna, ma fissando l’età di accesso a 58 anni e senza alcuna differenza tra categorie o numero di figli.
Come cambia la pensione di vecchiaia nel resto dell’UE?
Dal report della Uil, la pensione di vecchiaia in Italia presenta molteplici differenze rispetto ai Paesi del resto dell’Unione europea. In Danimarca, nei Paesi Bassi e in Grecia, ad esempio, i governi stanno comprendendo la necessità di applicare criteri differenti in base al tipo di lavoro svolto e soprattutto alle possibilità di uscire molto prima. Nel nostro Bel Paese le disposizioni per il pensionamento anticipato sono restrittive. Inoltre, con la Legge Fornero e il calcolo sull’aspettativa di vita, la soglia prevista per l’uscita dal lavoro tende a crescere, impattando negativamente sulla situazione dei lavoratori.
Il sindacato dell’Unione Italiana del Lavoro evidenzia, tra l’altro, la controtendenza del Governo Meloni, che in prima battuta aveva promesso di superare e cancellare la Legge Fornero. Oggi, invece, non solo tale sistema resta ancora valido, ma le soluzioni per la cessazione anticipata dal lavoro sono sempre più complesse.
Un disastro con dati alla mano
Il rapporto dell’Uil sulla pensione di vecchiaia e sulle modalità per uscire prima della soglia minima si basa su dati analitici. L’anno scorso soltanto Opzione Donna ha registrato una diminuzione pari al 70,92%, e da quest’anno si prospetta un’ulteriore riduzione delle domande. La misura è penalizzante non solo sotto il profilo economico (con riduzioni importanti), ma anche per i requisiti più complessi da dover soddisfare.
Anche tra i due anni precedenti (rispettivamente 2024 e 2023) si è registrata una contrazione del 15,7% per il pensionamento anticipato (sempre più complesso da raggiungere e disincentivante).
Alle proposte della Uil si uniscono anche Cisl e Cgil, che mirano ad abbassare l’età minima per la pensione di vecchiaia e a introdurre una soluzione più flessibile che possa consentire l’uscita anche a 62 anni.
