Alcune pensioni prevedono 50 euro in meno fino al mese di settembre oppure nei casi peggiori fino a dicembre.
Da giugno alcune pensioni riceveranno 50 euro in meno per un massimo di 4 mesi, anche se in alcuni casi più “gravi” l’addebito potrebbe protrarsi fino a dicembre di quest’anno. Per conoscere chi è coinvolto nella vicenda, l’INPS ha finalmente definito l’elenco ufficiale (chiaramente non pubblicato per una questione di privacy).
Per verificare se la riduzione sul cedolino previdenziale ha intaccato la propria pensione, è sufficiente accedere alla propria area riservata (sempre con le autenticazioni digitali) e accertarsi che il totale corrisponda a quanto ricevuto ordinariamente oppure se sussistano delle variazioni.
Tuttavia, i diretti interessati dovrebbero sapere se il taglio ha riguardato anche loro, in quanto l’ente previdenziale avrebbe provveduto a notificare il recupero a debito.
Chi è coinvolto nelle pensioni da 50 euro in meno?
Per avere un’idea di chi si troverà con le pensioni 50 euro in meno, occorre tornare a qualche anno fa, precisamente nel 2022, quando venne introdotto il Decreto Aiuti, che prevedeva l’erogazione di 250€ una tantum per pensionati, disoccupati e lavoratori con un reddito entro 35.000€ (lordi).
Successivamente – al fine di renderlo più sostenibile – l’indennità ha subito un ridimensionamento a 150€ (riducendo la soglia del reddito annuale del pensionato a 20.000€).
Già ai tempi l’INPS aveva reso nota una remota possibilità di poter verificare se l’indennità percepita spettasse realmente. Il pagamento nel 2022, infatti, era automatico, in quanto il sistema considerava i dati (all’interno del database) in suo possesso.
Ecco perché l’ente, nel corso dell’anno, ha provveduto a effettuare dei controlli automatici per accertarsi dei reali beneficiari.
Come cambia l’importo da restituire
I pensionati che nel 2022 avrebbero ricevuto il bonus non realmente spettante potrebbero vedersi addebitare 150€ o 200€. Tuttavia, l’INPS, al fine di non far subire un prelievo netto e impattante, ha scelto di rateizzare l’addebito con un massimo di 50€ al mese.
I soggetti coinvolti che devono restituire 150€ si troveranno 50€ in meno da giugno fino al mese di agosto (e ciò riguarda chi aveva un reddito oltre i 20.000€ annui), mentre chi aveva un reddito superiore a 35.000€ dovrà restituirli fino al mese di settembre di quest’anno.
Poi c’è chi – nei casi peggiori – ha un debito di 350€, e ciò coinvolge i pensionati che devono restituire entrambe le indennità (in questo caso, l’INPS aveva considerato un reddito massimo di 20.000€, quando in realtà ne avrebbero percepiti più di 35.000€) fino a dicembre.