Ilaria Gaspari, filosofa, ha preso la parola in occasione dell’ultima puntata della trasmissione di Rai 3 “La versione di Fiorella”, condotta appunto da Fiorella Mannoia, come suggerisce il titolo stesso. La giovane, tra le menti più brillanti sicuramente del panorama filosofico nostrano a livello contemporaneo, ha rivelato di avere un rapporto di totale idiosincrasia con la fine, intesa come conclusione di un qualcosa.
Come ha asserito lei stessa, “ho un problema con le fini, le vivo malissimo. Non ricordo mai come finiscono i libri che amo, rimuovo proprio le informazioni. Poi, ad ogni fine mi commuovo, sono sempre triste e credo che sia un problema generale, non solamente mio”.
ILARIA GASPARI, FILOSOFA: “CORRIAMO COME FRECCE, MA DOVREMMO IMPARARE TUTTI A SENTIRCI SULL’ATTIMO”
Nel prosieguo de “La versione di Fiorella”, Ilaria Gaspari ha sottolineato che ormai la società vive troppo di corsa e non si concede mai del tempo per soffermarsi su quello che vive, per assaporare gli istanti di un’esistenza che troppo spessa scivola via senza essere gustata nella sua totalità. “Viviamo tutti proiettati verso le cose che dobbiamo fare, verso gli obiettivi che dobbiamo raggiungere e, per il fine, ci perdiamo le fini, che in realtà sono poi l’inizio di altre cose – ha dichiarato la giovane –. Siamo tutti un po’ come delle frecce scagliate verso bersagli, che talvolta becchiamo e talvolta no”.
C’è una soluzione per uscire da questo circolo vizioso e tornare all’amore anche per le piccole cose, per quelle myricae di cui parlarono, in epoche cronologicamente molto distanti tra loro, Publio Virgilio Marone e Giovanni Pascoli? Sì e, naturalmente, la suggerisce Ilaria Gaspari: “Forse dovremmo prendere esempio dalla freccia di uno dei paradossi di Zenone, che dimostravano che non si poteva dividere il tempo per lo spazio. C’è qualcosa di poetico nel percorso della freccia, che in ogni singolo istante della sua traiettoria è sospesa nell’aria, perfettamente immobile, e sa stare nel presente. Forse dovremmo imparare anche noi a sentirci sull’attimo”.