L'Euro digitale potrebbe arrivare già nel 2025, è l'obiettivo dell'Europarlamento che sta insistendo nell'accelerare il programma.
L’Unione Europea vuole accelerare l’iter per approvare l’euro digitale già da questo 2025. Una soluzione che vorrebbe essere perfino una priorità, rispetto a quanto discusso anticipatamente che restava soltanto una misura da approvare “con i suoi tempi”.
A volere più di tutto il pressing sulla approvazione è l’Eurogruppo, che insieme ad Ecofin si riuniranno a tavolino venerdì 19 settembre per poter discutere sui prossimi passi. Si discute già di inserire il contante “digitalizzato” come missione primaria e assoluta.
Euro digitale 2025, l’Ue fa pressing per averlo: tra dubbi e certezze

I ministri delle Finanze mirano a dar priorità all’Euro digitale, con l’obiettivo di attuarlo già entro la fine del 2025. Una misura sempre più desiderata per via della sua utilità sociale e di come potrebbe influenzare il mercato attuale.
L’Euro digitale è assimilabile al contante ma in forma elettronica, e qui fanno capo le parole della BCE sulla protezione del denaro cash, che come ha promesso in diverse occasioni “non sparirà mai dalla vita di tutti i giorni“.
La sua forma digitale però, potrebbe aiutare i consumatori e i commercianti, differenziando il pagamento elettronico come siamo abituati oggi. Inoltre le transazioni accettate con il contante “online” non sono meramente fisiche ma anche via e-commerce.
Le complessità dell’Euro digitale
Trovare un punto di svolta dell’Euro digitale non sarà semplice, a Copenaghen i maggiori esponenti discuteranno delle criticità del progetto, tra cui pattuita il tetto massimo approvabile. L’idea è di impostare un limite proprio come accadrebbe in ogni portafoglio fisico.
Una soluzione simile conterrebbe la penalizzazione delle banche, che verrebbero coinvolte una volta superata la soglia dell’Euro digitale che si deterrebbe virtualmente nei “wallet digitali”.
Le facce della medaglia
Secondo un membro del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, Piero Cipollone, l’euro digitale dev’essere visto come una salvezza e non una “penalizzazione”. Le banche avranno sempre un ruolo significativo, perché verranno pagate per i loro servizi.
E poi – aggiunge ancora Cipollone – che la moneta digitalizzata servirà a contenere eventuali ripercussioni politiche che i Paesi potrebbero utilizzare per “farsi guerra”. Ricordiamo che oggi MasterCard e Visa hanno il 65% del monopolio elettronico.
Ma anche laddove le infrastrutture dovessero subire dei malfunzionamenti, o internet non dovesse funzionare (negando dunque la transazione elettronica), potrebbe venire in soccorso proprio il contante digitale.
Non mancano però le paure e le incertezze, come il consenso di Trump sulle stablecoin, che favorirebbero piuttosto un sistema decentralizzato e interferendo con gli istituti bancari e la stessa BCE. Vedremo dunque cosa accadrà dopo la riunione del 19 settembre.
