Diviene effettiva la sentenza sul caso Pfizergate visto che la Commissione Europea non ha presentato ricorso a inizio mese

Si chiude definitivamente il Pfizergate e la sentenza della Corte dell’Ue è divenuta effettiva. Lo si è appreso in queste ore dai media internazionali e italiani, a cominciare dall’autorevole Politico che ha fatto sapere che la Commissione europea non ha impugnato la sentenza emersa lo scorso maggio contro lo scambio di messaggi riguardanti presumibilmente i vaccini anti covid, fra Ursula von der Leyen e il presidente di Pfizer, di conseguenza la “condanna” è a tutti gli effetti in vigore.



Senza alcun ricorso la sentenza dello scorso maggio è divenuta quindi effettiva, “condannando” di fatto la von der Leyen. Nella sentenza la Corte ha stabilito che la Commissione Europea non è riuscita a spiegare questo scambio di conversazioni fra la presidente e Albert Bourla, CEO di Pfizer – o meglio – non sono stati resi pubblici e nel contempo non sono stati nemmeno conservati: perchè questo “segreto”?



Quando emerse la chat incriminata i giornalisti chiesero di poter vedere i messaggi e il caso esplose precisamente nel 2021, dopo che, a seguito di una intervista al New York Times, si scoprì appunto che la von der Leyen e Bourla avevano messaggiato prima di aver raggiunto un accordo multimiliardario fra l’Unione Europea e la Pfizer in merito alla fornitura di vaccini anti covid. Al di là di ciò che si sono scritti i due, il caso è diventato un punto critico per gli attivisti per la trasparenza, secondo cui tale “chattata” gettava ombre sulla von der Leyen, alla luce anche di quanto la gestione del covid e dei vaccini sia risultata poi molto controversa.



PFIZERGATE, CASO CHIUSO: PERCHE’ E’ ESPLOSO IL CASO

In poche parole, chi ha protestato contro la presidente delle commissione europea, voleva che questi messaggi che riguardavano potenzialmente circa 450 milioni di persone (la popolazione dell’Unione Europea), venissero resi pubblici.

Il termine, secondo quanto affermato da un portavoce della Corte Ue, è scaduto all’inizio del mese di luglio, periodo durante il quale la von der Leyen si è trovato ad affrontare il voto di sfiducia del Parlamento europeo sul caso promosso dall’eurodeputato rumeno di destra Gheorghe Piperea, mozione che è stata comunque superata dalla stessa presidente. In ogni caso, tornando al Pfizergate di cui sopra, molti si dicono convinti che i messaggi non saranno più recuperabili, o per lo meno, non verranno mai resi pubblici.

Von der Leyen presenta il Bilancio UE fino al 2034 (ANSA-EPA 2025)

PFIZERGATE, CASO CHIUSO: COSA DISSE IL PORTAVOCE UE

Lo aveva infatti già chiarito la Corte dell’Ue dopo aver emesso la sentenza due mesi fa, anche se un portavoce della Commissione aveva fatto sapere che la stessa avrebbe fornito una spiegazione sul perchè questi messaggi sono spariti e non sono stati conservati, anche se al momento tali precisazioni non sono ancora state rese pubbliche.

Lo stesso portavoce aveva spiegato inoltre che la Corte “non ha messo in discussione la politica di registrazione della Commissione in merito all’accesso ai documenti”, specificando infine che il governo di Bruxelles continua ad impegnarsi affinchè la propria comunicazione sia responsabile, aperta, ma soprattutto chiara e trasparente con tutte le parti.