Il Ministro della Difesa Crosetto smentisce la fake news sul piano da 40mila soldati in più: “decide il Parlamento, non è d'aiuto affrontare così temi seri”
IL “PIANO CROSETTO”, GLI SCOOP DI REP & STAMPA ARRIVANO ALL’ESTERO: MA SONO FAKE NEWS
Come può essere che appena lo scorso 7 marzo la Premier Giorgia Meloni smentiva categoricamente l’invio di truppe italiane all’estero, così come l’aumento del nostro esercito, e appena due giorni dopo il suo Ministro della Difesa Guido Crosetto invece lanci il piano per aumentare di almeno 40mila unità i soldati italiani già dai prossimi anni? Semplice, la seconda notizia è in realtà una fake news: solo che è rimasta nell’etere per svariate ore fin dalle prime pagine di “La Repubblica” e “La Stampa” della domenica, ripresa poi da Bloomberg negli Usa e addirittura in Medio Oriente dai medi dell’Arabia Saudita.
Ci è voluto l’intervento ulteriore del Ministro Crosetto per smentire l’intero scenario “costruito” su fantomatiche fonti interne del Ministero che si sono rivelate, allo stato dell’arte, una mera falsità: quanto scritto sui quotidiani del gruppo GEDI riportava cifre e contenuti clamorosi, a cominciare dall’aumento di 40mila soldati rispetto al limite attuale, con un totale di 135mila truppe italiane entro i prossimi 8 anni massimo. Sarebbe questo il piano di sicurezza nazionale che lo Stato Maggiore della Difesa avrebbe preparato su diretta indicazione di Crosetto, una sorta di risposta iniziale al progetto di riarmo messo in campo dall’Unione Europea dopo la presentazione del piano Von der Leyen in Consiglio UE.
In attesa di capire se la proposta di Macron di inviare anche soldati europei in Ucraina, e in attesa di capire come e se funzionerà il concetto di riarmare l’Europa nella distanza sempre più netta con gli Stati Uniti di Trump, il piano italiano avrebbe una pianificazione a lungo termine per colmare in massimo 10 anni «il gap creato dal disimpegno degli ultimi governi italiani». Al termine del summit informale a Bruxelles lo scorso venerdì era però stata la Presidente del Consiglio Meloni a rifiutare qualsiasi invio di soldati italiani, così come ridimensionava gli ingenti aumenti di fondi per la Difesa militare, sottolineando invece la necessità di ampliare le attenzioni sulla sicurezza nazionale ad ampio raggio (non solo armi o eserciti, ma anche cybersicurezza, controllo dei confini e approvvigionamento di materie prime ed energia).
MINISTRO CROSETTO TRA IRONIA E PREOCCUPAZIONE: “BASTA CON L’IPERTROFIA COMUNICATIVA SU TEMI SERI”
E così mentre il Ministro della Difesa, in convalescenza da una fastidiosa polmonite che lo ha colpito a fine febbraio, dopo una lunga intervista mista politica e “personale” concessa al “Corriere della Sera”, si è trovato tra capo e collo il “piano Crosetto” da “40mila soldati”, con voci del progetto italiano arrivate fino a Washington e Ryad. Ma è tutta una fake e il titolare della Difesa è costretto a smentire il tutto sui propri account ufficiali: «fantomatico studio dello Stato Maggiore, scenari con minor impegno per la NATO…», secondo Crosetto è tutto non veritiero, e giudica chi abbia rilanciato tali notizie non contribuisca affatto ad uno scenario globale già complicato e “schizofrenico” di suo.
Secondo il Ministro in quota FdI questo non è in modo serio e giusto di affrontare temi così complessi: la chiama “ipertrofia comunicativa” e, utilizzando l’ironia di cui è provvisto non da oggi, prova ad immaginare dove potrebbe arrivare la notizia del “piano da 40mila soldati” in pochi giorni, senza una smentita. Da un piano fantomatico fino all’invio di 40mila truppe italiane in Russia: occorre fare molta attenzione a inventare di sana pianta in tematiche così delicate come la Difesa e la sicurezza nazionale. In poche parole, Crosetto non solo smentisce la “paternità” di tale piano, ma esclude che esista anche un progetto in capo allo Stato Maggiore per individuare il rialzo del numero di soldati, come atto meramente politico e unilaterale.
Piuttosto, conclude il Ministro nel suo ragionamento su X, il tema è molto semplice: il numero e le consistenze delle Forze Armate «in Italia è fissato per legge», ergo per poterlo cambiare serve l’intervento collegiale del Parlamento. Detto ciò, Crosetto riconosce di aver più volte parlato della necessità che il numero in organico possa essere ampliato e migliorato, ma è un tema troppo complesso per poter essere preso come decisione da un singolo, pur importante, Ministero.