DIA E PROCURA DI CALTANISSETTA: “OSSERVATORIO FASCISTA CONTRO I GIUDICI”
Negli scorsi giorni la Dia di Caltanissetta assieme alla Procura ha arrestato l’avvocato Stefano Menicacci e Domenico Romeo con l’accusa di «false informazioni a pubblico ministero aggravate dall’aver mentito in un procedimento per strage»: la tesi dei giudici è che vi sarebbe stato un piano neofascista contro le toghe emerso grazie ad alcune intercettazioni raccolte.
Il progetto, stando a quanto “raccontato” dai due protagonisti ora agli arresti domiciliari, è quello di istituire un “osservatorio” delle attività della magistratura, del quale dovrebbero fare parte anche «componenti occulti per colpire alcuni magistrati non graditi», riporta Rai News dalle informazioni filtrate da Dia e Procura. La Dia ha anche perquisito le case di Adriano Tilgher – esponente di spicco della disciolta organizzazione Avanguardia Nazionale – dell’avvocato Saverio Ingraffia e del docente universitario Francesco Scala. Il progetto “neofascista” prevedeva la richiesta di appoggio «di altissimi livelli del potere Esecutivo e di altri avallo che gli associati affermano, nei loro colloqui, di avere già ottenuto», si legge ancora nel comunicato della Procura che però specifica come nessun esponente delle istituzioni si al momento indagato.
ILGIORNALE NON CI STA: “LA BUFALA DEL PIANO NEOFASCISTA PER ATTACCARE IL GOVERNO”
L’inchiesta di Caltanissetta nasce nell’ambito degli accertamenti su presunti interessi dell’eversione nera nella realizzazione della strage di Capaci, dove il 23 maggio 1992 vennero uccisi in autostrada il giudice antimafia Giovanni Falcone, la moglie e i componenti della scorta. Le due vicende – ovvero gli arresti e le perquisizioni – non sono collegate, spiega la Procura con la Dia, «se non parzialmente e solo da un punto di vista probatorio». I decreti infatti delle perquisizioni per Tilgher, Ingraffia e Scala «sono stati emessi dalla Procura nissena per i reati associazione a delinquere e di violazione della Iegge Anselmi sulle associazioni segrete».
«Complimenti alla magistratura, quando fanno operazioni per difendere la legalità siamo sempre dalla loro parte. Come istituzioni ne sosteniamo l’impegno»: così il vice presidente del Copasir, Giovanni Donzelli, commentando l’inchiesta della Procura di Caltanissetta su un presunto piano fascista contro i magistrati. Resta un “ma” che viene sollevato dall’articolo di Luca Fazzo per “IlGiornale”: «Certo che conosco il collega Salvatore Ingraffia. Uno che al telefono attacca dei bottoni interminabili. Mi aveva parlato del suo progetto di Osservatorio sulla giustizia, per come me l’aveva descritto non ci vidi niente di male, non era una cosa ideologicamente connotata, d’altronde lui è di una destra un po’ anomala, credo avesse anche vicinanze con Vox. E Ingraffia poteva sapere che conosco bene il ministro Carlo Nordio, d’altronde basta andare su Internet, io e Nordio abbiamo fatto insieme diversi convegni. Ma una cosa è assolutamente certa: Ingraffia non mi ha mai chiesto neanche vagamente di fare da tramite tra lui e il ministro per sottoporgli il progetto dell’Osservatorio», così spiega al Giornale l’avvocato milanese Manuel Sarno. Secondo il quotidiano diretto da Augusto Minzolini dietro l’indagine della Dia di Caltanissetta vi sarebbe una sostanziale “bufala” per poter screditare ulteriormente il Governo di Centrodestra: scrive ancora Fazzo, «Che in realtà l’Osservatorio nasca in un ambiente neofascista è piuttosto evidente. Quello che non si capisce è come la pensata un po’ equivoca e un po’ folcloristica di alcuni superstiti dell’ultradestra degli anni Settanta sia ora presentata come una sorta di braccio armato della coppia Meloni-Nordio nella loro crociata contro i magistrati». Il tema riguarda infatti lo scontro a distanza tra Governo e Anm in merito a diversi dossier “caldi” del momento: dalla riforma della giustizia ai casi Delmastro-Santanché fino ai tentativi del Ministro Nordio di modificare l’impianto del concorso esterno in associazione mafiosa. È una pista quella battuta dai giudici di Caltanissetta forse complementare o forse alternativa «al teorema della procura di Firenze sui rapporti tra mafia e Forza Italia»: alla base di tutto, chiosa ilGiornale, «ci sarebbe la presenza in Sicilia pochi giorni prima della strage del neofascista Stefano Delle Chiaie (che in realtà non era a Palermo ma da tutt’altra parte, a Ragusa, per un pubblico comizio). L’Osservatorio, sembra dire la Procura col nuovo filone, serviva a boicottare le indagini su Delle Chiaie».