Piantedosi risponde alle proposte di Mattarella per la denatalità aumentando i flussi di migranti: "Importare esseri umani non è la soluzione"

Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in occasione della visita ad Avellino per l’anniversario dei 45 anni dal terremoto dell’Irpinia, ha parlato dei problemi di spopolamento e denatalità, due questioni molto urgenti che però non possono essere risolte con “l’importazione di esseri umani“. Una dichiarazione volutamente rilasciata in risposta alla proposta di Mattarella, che aveva individuato nell’apertura a nuovi flussi di migranti una possibile ricetta per affrontare la crisi demografica, che è stata rinnovata anche durante l’apertura degli Stati Generali della Ripartenza durante la quale il ministro ha ribadito: “Sarebbe un errore pensare che la denatalità si risolva con l’apertura indiscriminata ai flussi migratori incontrollati“.



Parlando a nome del governo ha poi anche sottolineato come l’intenzione sia quella di proseguire con gli obiettivi di contrasto agli ingressi illegali indiscriminati, promuovendo allo stesso tempo progetti di corridoi regolari, anche per soddisfare le necessità occupazionali, mettendo in evidenza il fatto che aver ripreso dopo anni questi programmi, richiesti dal sistema economico, che prevedono 925mila nuove domande in sei anni dimostra la mancanza di pregiudizio da parte del governo sulle immigrazioni e la volontà di governare le procedure legali.



Uno sbarco da nave Diciotti a Reggio Calabria (Ansa)

Denatalità, Piantedosi: “Importare esseri umani non risolve il problema”

In risposta all’ipotesi di Mattarella, che per risolvere la questione della denatalità aveva proposto l’apertura a nuovi ingressi di migranti, Piantedosi ha dichiarato che aumentare i flussi non solo non risolverebbe il problema, che comprende anche lo spopolamento e la fuga dei giovani, ma potrebbe ancora di più incrementare le tensioni sociali, oltre che sostenere i trafficanti di esseri umani che operano nell’illegalità.

Sullo stesso tema era infatti intervenuta anche l’Ocse, pubblicando uno studio, che come riporta il quotidiano La Verità, aveva evidenziato le conseguenze complesse di una immigrazione incontrollata, che avrebbe dato un minimo sollievo alla crisi demografica ma solo temporaneo. Il rischio a lungo termine sarebbe infatti quello di dover sostenere maggiori costi per il welfare e per il sostegno, compreso quello necessario durante la terza età, lasciando però aperti i problemi sulla mancata integrazione che è un pericolo per la coesione sociale.