PIETRO CITATI È MORTO/ Lo scrittore che ha fatto amare la letteratura

- Marta Duò

Pietro Citati morto all'età di 92 anni, e la sua scomparsa è pianta da tutto il mondo della cultura e della letteratura

Pietro Citati è morto a 92 anni Pietro Citati (1930-2022) (LaPresse)

E’ grande il cordoglio per la morte di Pietro Citati, scrittore e critico, noto per la sua grande passione per la lettura. Il 92enne, scomparso oggi, è stato ricordato così dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani: “Addio a Pietro Citati, grande scrittore e critico letterario nato a Firenze. Le sue analisi e i suoi scritti ci hanno fatto davvero sognare, che la terra gli sia lieve!”.

Al cordoglio si è unita Cristina Giachi, consigliera regionale Pd e presidente della commissione istruzione, formazione e attività culturali del consiglio regionale della Toscana: “Con Pietro Citati se ne va un grande scrittore, un intellettuale rigoroso e mai banale. Di origine fiorentina e allievo della scuola Normale di Pisa, negli anni ha mantenuto con la Toscana un legame intenso. Critico letterario acuto, ha dedicato i sui libri a biografie di scrittori, filosofie, mitologie, dottrine religiose. Ci ha trasmesso un amore profondo per la lettura, come una difesa contro le offese della vita e una ricerca straordinaria capace di trasformarci”. (Aggiornamento di MB)

Pietro Citati, morto lo scrittore e acuto critico letterario, all’età di 92 anni

Pietro Citati, morto il vincitore acclamato del Premio Strega nel 1984 con la biografia di Tolstoj. Era nato a Firenze il 9 febbraio 1930 da una nobile famiglia siciliana. Aveva trascorso il periodo dell’infanzia e anche della sua adolescenza a Torino, città in cui frequentò l’Istituto Sociale e in seguito il liceo classico Massimo d’Azeglio. Abbandonò il capoluogo piemontese soltanto nel 1942, in seguito al terribile bombardamento della città, trasferendosi in Liguria insieme alla sua famiglia. Pietro Citati ottenne la laurea in lettere moderne all’Università di Pisa, quale allievo della Scuola Normale Superiore, nel 1951.

Tutto il mondo della cultura piange la morte di Pietro Citati, che per tutta la vita scavò nelle vite dei grandi autori traendone numerose, fortunate biografie, un genere che lo ha visto tra i più grandi interpreti italiani. “Solo chi non è del ‘mestiere’ conserva quello sguardo limpido e fresco, davanti al quale le cose rivelano spontaneamente il loro segreto” ebbe a dire lo stesso Pietro Citati nel suo “Elogio del dilettante” pubblicato su la Repubblica nel 1997.

Il ricordo di Pietro Citati e i riconoscimenti per il grande critico letterario

Pietro Citati iniziò la sua carriera di critico letterario presso numerose riviste, collaborando anche al fianco di grandi personalità come Pier Paolo Pasolini. Nel 1984 vinse il premio Strega con la biografia Tolstoj edita da Longanesi, ma prima di allora ottenne il Premio Viareggio di Saggistica con “Goethe” (Mondadori), nel 1981, e nel 1984 ricevette anche il Premio Bagutta con “Vita breve di Katherine Mansfield” (Rizzoli). I riconoscimenti che ha ricevuto hanno varcato anche i confini dell’Italia, consegnando a Pietro Citati il “Prix de la latinité” da parte dell’Académie Française e dall’Accademia delle lettere brasiliana nel 2000. Nel 1991 ottenne anche il Prix Médicis étrangers per “Histoire qui fut heureuse, puis douloureuse et funeste”, la traduzione di “Storia prima felice, poi dolentissima e funesta” (Oscar Mondadori), opera che narra e ricostruisce la storia d’amore dei bisnonni di Pietro Citati, ricorrendo ai documenti conservati dalla famiglia.

In Italia, Pietro Citati è stato insignito come Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.​ Collaborò per lunghi periodo con il Corriere della Sera e Repubblica a partire dal 1973. Nelle sue opere, scrisse saggi e biografie letterarie dei grandi della letteratura, da Manzoni a Leopardi, da Kafka a Goethe e Proust. Parlò dei miti e dell’antichità, di dottrine religiose e filosofiche. Uno dei suoi ultimi scritti, “I Vangeli” (Mondadori), è dedicato al respiro profondo della rivelazione cristiana.







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