Pietro Genovese sarebbe evaso dai domiciliari. Il ragazzo, figlio del noto regista Paolo, che uccise due ragazze in Corso Francia a Roma, investendole, non sarebbe stato trovato in casa dai carabinieri: l’episodio risale al 2021. “Ora vediamo cosa decideranno i giudici per questa evasione. Ah dimenticavo: il povero ragazzo vive serenamente a Londra già da un po’, così lì nessuno può riconoscerlo e chiamarlo “assassino” come a Roma è accaduto” ha scritto sui social Gabriella Saracino, la mamma di Gaia Von Freymann, la giovane uccisa mentre attraversava la strada insieme all’amica Camilla Romagnoli. Ora il ragazzo rischia un processo perché si è allontanato dalla casa dove sarebbe dovuto restare nei mesi trascorsi ai domiciliari.
L’informazione arriva pochi giorni dopo la ricorrenza di “quel maledetto 22 dicembre del 2019, quando la mia vita si è fermata” ha sottolineato ancora Gabriella Saracino. A Repubblica, la donna, straziata dal dolore, ha proseguito: “È una storia senza fine, piena di sorprese che questo ragazzo continua a riservarci. È la seconda volta che non viene trovato a casa. La prima hanno creduto che non avesse sentito il citofono, alle 17 del pomeriggio, con i carabinieri che suonano ripetutamente e bussano alla porta. Questa volta i magistrati pensano sia evaso. Speriamo che il tribunale analizzi bene la vicenda”.
Pietro Genovese, la mamma di Gaia: “Lui libero, noi all’ergastolo”
L’episodio di evasione dai domiciliari di Pietro Genovese, contestato dal pm Roberto Felici, risale al pomeriggio del 16 gennaio del 2021. Il ragazzo si trovava agli arresti domiciliari dopo essere stato fermato dagli agenti della polizia locale di Roma Capitale in seguito all’incidente mortale. Quel giorno i carabinieri, recatisi presso l’abitazione di famiglia del ragazzo per il controllo di routtine, non avrebbero ricevuto alcuna risposta. Così il sostituto procuratore ha disposto la citazione diretta a giudizio per Genovese, assistito dall’avvocato Gianluca Tognozzi.
Come sottolinea Agi, i carabinieri, quel pomeriggio, pur avendo il numero di cellulare del ragazzo, non lo avrebbero chiamato. La mamma di una delle due vittime, a Repubblica, ha dichiarato ancora: “Adesso però rischia grosso se viene condannato per l’evasione. Già non è stato considerato il fatto che lui non si è fermato quando ha ucciso mia figlia e Camilla. Gli sono state abbonate tante cose pur di non mandarlo in carcere per una sola ora. Lui è un uomo libero. È stato visto anche a Ponza. Si sente un ragazzo libero. È un ragazzo libero. Quelli all’ergastolo siamo noi. Fine pena mai”.