La Legge Concorrenza 2023 conterrà alcune novità in ambito sanitario. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nel suo bollettino, come riportato da Quotidiano Sanità, ha proposto alcune misure con l’obiettivo di incrementare la competitività delle gare pubbliche per l’acquisto dei farmaci, incrementare la pubblicità del settore e armonizzare e migliorare l’accesso ai canali di vendita dei prodotti dieto-terapeutici per i celiaci.
Per contribuire alla sostenibilità dei sistemi sanitari europei ed evitare le carenze di farmaci, in particolare, l’intenzione è quella di puntare sui cosiddetti biosimilari, ovvero medicinali “simili” per qualità, efficacia e sicurezza ai farmaci biologici di riferimento e non soggetti a copertura brevettuale. Anche nel caso in cui i principi siano diversi ma ci sia “sovrapponibilità”. L’idea, nel dettaglio, è dunque quella di andare a intervenire sul terzo periodo del comma 11-quater, che appare eccessivamente e ingiustificatamente restrittivo nel vietare in maniera assoluta la messa gara nel medesimo lotto di farmaci biosimilari con principi attivi differenti, anche se aventi le stesse indicazioni terapeutiche.
Più farmaci equivalenti e ok a pubblicità sanitarie: le proposte per la Legge Concorrenza
Oltre alla questione dei farmaci equivalenti, nelle proposte per la Legge Concorrenza c’è anche quella che fa riferimento alla pubblicità sanitaria. La volontà in questo senso è quella di cancellare le limitazioni introdotte col comma 525 dell’articolo 1 della legge n. 145/2018, che sono ritenute “ingiustificate” dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato nonché “in controtendenza rispetto al trend di liberalizzazione che ha contraddistinto l’evoluzione del settore” al punto da risultare anche inefficaci.
Infine, un particolare riferimento nelle proposte è stato predisposto nei confronti dei celiaci. L’idea è quella di abbattere le differenze tra le diverse regioni in relazione alle concrete modalità di accreditamento e di fruizione del contributo pubblico da parte dei soggetti a cui è stato diagnosticato il disturbo. Inoltre, si vorrebbe effettuare razionalizzazione e informatizzazione delle modalità di accredito.