La gioia in Terra Santa per l'accordo di pace: gli appelli del Patriarca Pizzaballa e del Custode Ielpo “speranza vera per ricostruire Gaza”

LA GIOIA (SERIA) DEL PATRIARCA PIZZABALLA DOPO L’ACCORDO DI PACE: “SI PUÒ GUARDARE A COSTRUIRE DOPO LA GUERRA, È UN CLIMA NUOVO“

L’avvio del cessate il fuoco ufficiale sarà legittimo solo dopo la ratifica del Governo Netanyahu, ma l’intesa per l’accordo di pace tra Israele e Hamas è di fatto a tutti gli effetti attiva da mezzogiorno all’interno della Striscia di Gaza: dopo due anni di guerra, come ricorda il Patriarca latino di Gerusalemme, Card. Pierbattista Pizzaballa, all’AgenSIR, «finalmente un clima nuovo per poter cominciare a ricostruire».



Dopo tregue saltate, raid e massacri su entrambi i fronti, finalmente qualcosa di diverso viene ravvisato dalla comunità cristiana in Terra Santa, tra i pochissimi a sostenere la popolazione e gli sfori di pace in ogni attimo dal 7 ottobre 2023 in poi. Sentito dall’AgenSIR poco dopo la firma dell’accordo in Egitto, Pizzaballa accoglie come una bellissima notizia e una svolta che potrebbe aprire ad altre importanti risvolti positivi nel futuro prossimo: «la strada verso la pace è lunga ma da qualche parte occorre cominciare».



Israele in festa dopo la firma dell’accordo di pace a Gaza (ANSA-EPA 2025)

Vedere che vi saranno liberazioni di ostaggi, ritiro dell’esercito israeliano e impegno ad evitare altri insediamenti in Cisgiordania sono un punto di svolta non da poco, anche se ovviamente occorrerà vedere se tutto sarà rispettato: la prima fase dell’accordo di pace impostato da Trump e dai Paesi Arabi sta creando un «clima nuovo che aiuterà anche nella distribuzione degli aiuti». Gioia seria e composta è però quella del Patriarca latino, che sa bene come il ritorno alla normalità non arriva certo in poche ore, visto poi «il disastro della situazione attuale», occorre però riconoscere come ora sia possibilità pensare a ricostruire la Striscia di Gaza, ed è già tanto.



Nel lungo comunicato apparso sul sito del Patriarcato latino di Gerusalemme, il cardinale Pizzaballa fa il punto del piano di pace e degli accordi sviluppati in queste ore, vissute come una atmosfera finalmente nuova e positiva nei negoziati, «possiamo, poco a poco, iniziare a pensare non più alla guerra, ma a come ricostruire dopo la guerra».

Cardinale Pizzaballa con il parroco Romanelli nella chiesa di Gaza colpita dai raid di Israele (Facebook Patriarcato di Gerusalemme, 2025)

PADRE IELPO CON LA CHIESA IN TERRA SANTA: “SI RIACCENDE LA SPERANZA”. FESTE PER LE STRADE

Rinnovando l’invito per tutta la Chiesa in Terra Santa all’appello mondiale di Papa Leone XIV per una grande giornata di preghiera per la pace istituita per sabato 11 ottobre 2025, il cardinale Pizzaballa riunisce i cristiani del Medio Oriente invitandoli a seguire i passi che poco a poco porteranno – si spera – verso una vera pace duratura che possa consentire a due popoli come quelli israeliani e palestinesi di avere due Stati senza possibilità che sigle terroristiche e processi di colonizzazione possano fermare tale sviluppo.

Padre Francesco Ielpo, Custode di Terra Santa (Facebook Terra Sancta Museum, 2025)

Non sarà affatto facile, come riconosce anche il nuovo Custode di Terra Santa, padre Francesco Ielpo, nel suo breve comunicato apparso online sul sito della Custodia: «l’accordo di pace tra Israele e Hamas riaccende la speranza nella popolazione locale», tanto a Gerusalemme quanto nel resto del Medio Oriente, anche se il cammino è ovviamente «ancora molto lungo e di passi da fare ne serviranno».

Vi è piena felicità per le famiglie palestinesi vittime di due anni di guerra, così come gli amici e i parenti degli ostaggi rapiti il 7 ottobre: la speranza riaccesa, conclude il Custode di Terra Santa, non è però solo per le popolazioni locali, ma anche per poter riprendere la piena attività cristiana di pellegrinaggi verso la Terra Santa, «Abbiamo bisogno dei pellegrini presenti perché sono uno strumento di pace, di incontro e di dialogo».